1. Doppio esame di maturità


    Data: 02/10/2017, Categorie: Incesti Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    ... venti minuti e non raggiungeva ancora l’orgasmo. Poi aprì le cosce e mi ordinò di cavalcarla. Ero inesperto, ma lei mi guidava, impugnò il cazzo e lo infilò nella sua fica spingendo in avanti il bacino. Era la prima volta che fottevo, ma riuscii ben presto ad adeguarmi al suo ritmo. Poi tirò fuori il cazzo dalla vagina e iniziò a strofinarlo sul clitoride.
    
    ‘Da oggi voglio rifarmi un po”. sai, un bel cazzo giovane è una manna’ ah come mi fai godere!…. sì, sono una troia ‘. ma voglio essere la tua troiaaa!’
    
    Uno scossone proprio forte e venne. In quel movimento il mio cazzo scivolò di nuovo dentro, sentivo le sue vibrazioni che da sole mi portarono all’orgasmo.
    
    ‘Bellooo zia, magnificoooo!’
    
    ‘Oh sì, mio caro nipotino, scarica tutto, riempimi!’.
    
    Le sue vibrazioni si affievolirono mentre lunghi schizzi di sborra la inondavano. Restammo a lungo immobili, poi la zia si alzò, mi baciò sulle labbra e, prima di andare in bagno, mi disse:
    
    ‘Grazie, Toruccio’. Vedrai, passerai una bella vacanza e la farai passare anche a me’.
    
    E, in effetti, così fu. In quelle due settimane che restai suo ospite, la zia mi fece un corso accelerato di capacità amatoria, mi fece svuotare coglioni tutti i giorni, si fece scopare senza ritegno e senza risparmio, mi fece provare tutto, proprio tutto, anche il culo. E, sostituendomi in tutto e per tutto allo zio, io godevo a trattarla quasi con disprezzo, insultandola peggio del marito:
    
    ‘Dai, puttanona, leccami il cazzo ‘ e poi puliscimi il ...
    ... culo con quella lingua da scrofa!’
    
    Oppure:
    
    ‘Sì, allarga quelle chiappone chè te lo sfondo il culo, troia!’
    
    Era lei che, abituata a quel tipo di rapporto, mi autorizzava, anzi mi incoraggiava a farlo.
    
    Un esperienza travolgente, irripetibile, resa ancor più indimenticabile dal clima intrigante delle trovate, a volte comiche, che la zia si inventava quotidianamente per celare i nostri incontri agli occhi del marito. Come quel giorno che eravamo sul suo lettone a scopare selvaggiamente e, sentendo arrivare lo zio prima del previsto, inscenò che aveva delle fitte lancinanti al ventre e costrinse il poveretto a correre in paese a prelevare di corsa il medico curante. Naturalmente, noi riprendemmo a scopare tranquillamente e, quando il dottore arrivò, la zia si fece sfacciatamente trovare già ristabilita, gridando ad un miracolo di Santa Rita per una così subitanea guarigione. E il medico che si prodigava a spiegare allo zio Giacomo che certi fatti imponderabili spesso sono più efficaci di ogni medicina.
    
    Mi chiavavo una inenarrabile porcona e insieme godevamo al quadrato a cornificare quel rozzo coglione del marito. E scoprii che fottere è tutt’altra cosa che masturbarsi: più scopavo più guadagnavo in vigoria e salute, anche perché la zia mi ricaricava a tavola con uovo sbattuto alla marsala a colazione e carne alla brace a pranzo.
    
    Tornai a casa spremuto ma rinfrancato, con il viso più paffuto e il colorito più vivace, per la contentezza di mamma che non la finiva ...
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