1. Doppio esame di maturità


    Data: 02/10/2017, Categorie: Incesti Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    ... crostata’ è ancora bella calda, vieni’.
    
    Mi misi ad assaggiare il dolce tenendo la testa bassa ed evitando di incrociare lo sguardo della zia, la quale, accarezzandomi dietro la nuca, mi sussurrò con fare materno:
    
    ‘Perché ti sei rabbuiato così, all’improvviso? ‘ dillo alla zia, ti puoi confidare’. mica l’hai con me? ho fatto qualcosa che ti ha disturbato?’
    
    Ma, siccome continuavo a tacere, interpretò il mio silenzio come una conferma, mi sedette di fronte e, sollevandomi la testa dal mento, mi disse con tono dolce:
    
    ‘Ho capito. Hai sentito che lo zio ‘.’
    
    A quel punto le risposi secco, in tono risentito:
    
    ‘No, ho sentito che tu ‘..’
    
    Un po’ sorpresa per la mia reazione un po’ brusca, sorrise appena, tornò ad accarezzarmi le guance:
    
    ‘Che caro che sei, Toruccio! ti sei ingelosito, vero?… ma tu devi capire ”
    
    Ormai non mi potevo sottrarre al chiarimento:
    
    ‘Cosa devo capire? ‘ ieri mi hai detto che non lo sopportavi più ‘. e oggi invece ti sei fatta ‘. ‘
    
    ‘Povero nipotino mio, ti sei messo ad origliare?’
    
    ‘No, no, zia ‘. è che dalla mia stanza si sentiva tutto!’
    
    ‘Ah! ‘ e che cosa hai sentito?’
    
    ‘Tutto! ‘. e ti dico che non avrei mai pensato che ti facessi trattare come una ‘..’
    
    ‘Una puttana, vuoi dire?’
    
    Non risposi. Zia Rachele sospirò profondamente, poi mi si rivolse con tono amorevole:
    
    ‘Vedi, Toruccio, la vita coniugale è fatta di tante cose, di tanti compromessi ‘. ed io, per salvare il matrimonio, ho dovuto subire anche delle ...
    ... violenze’.
    
    La guardai in volto sgranando gli occhi. Lei mi prese le mani tra le sue e cominciò a raccontare:
    
    ‘E’ accaduto molti anni fa, io ero ancora giovane, le tue cuginette erano piccole. Dato che io accudivo le bambine, lo zio aveva assunto due lavoranti che ci aiutavano nei lavori agricoli; uno di loro era un bel giovane, che non riusciva a nascondere la sua attrazione nei miei confronti. Ti confesso che io non ero insensibile alle sue attenzioni, il ragazzo mi piaceva e, forse anche involontariamente, glielo feci capire. Sta di fatto che un giorno, vedendomi casualmente entrare nella stalla, mi seguì furtivamente, richiuse la porta alle spalle e in quattro e quattr’otto mi schiacciò contro un muro e cominciò a baciarmi ed a palparmi tutta, tirando fuori le tette dal corpetto. Non mi opposi, lo lasciai fare; lui si mise a ciucciarmi i capezzoli, poi si sbottonò i pantaloni e tirò fuori il suo uccello. Il destino volle che proprio in quel momento lo zio aprisse la porta della stalla e ci sorprendesse in quella posa inequivocabile. Puoi immaginare la sua reazione. Si scaraventò sul giovanotto, lo prese a calci e pugni e lo cacciò via, intimandogli di non farsi vedere più. Poi mi venne vicino, mi mollò due ceffoni violentissimi, rovesciandomi addosso i peggiori epiteti. Non aveva tutti i torti lo zio. Non ci siamo separati per il bene delle figlie. Certo, col passare del tempo i nostri rapporti sono migliorati, ma da quel giorno ha continuato a chiamarmi puttana ed a trattarmi ...
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