1. Doveva studiare


    Data: 28/08/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... misero d’accordo: giorno, ora ed indirizzo.
    
    Il ragazzo, nelle sere seguenti, non ebbe bisogno di andarsi a cercare filmini in rete. Aveva ancora in mente la scena della meravigliosa sborrata di quel maschio ed il fatto che si era eccitato a causa sua lo faceva inorgoglire.
    
    Il giorno prestabilito puntualmente suonò il citofono. “Sono io”. “Quarto piano”. Quando aprì la porta e se lo trovò davanti rimase inebetito. Di persona era ancora meglio. La notevole altezza e le larghe spalle erano ancor più evidenti. Lo fece entrare e richiuse subito la porta. Non poteva correre il rischio che qualcuno del palazzo lo vedesse.
    
    Anche l’uomo rimase colpito. Sembrava proprio un ragazzino, piccolo com’era. Fortuna che gli aveva detto l’età perché non la dimostrava affatto. Un ragazzino così bello e già sfondato: l’ideale per lui. Si chinò subito per dargli un bacio, infilandogli la lingua in bocca, mentre una mano andò a tastargli il culetto. Era vestito solo di un pantaloncino corto e largo e di una canottiera. Lo avrebbe spogliato in un attimo.
    
    “Sai che sei proprio carino, mi ecciti un casino” e si tastò il pacco che mostrava già i segni di non sopportare di stare chiuso nei jeans. Tra il bacio ed il complimento il ragazzino rimase confuso e cercò di comportarsi normalmente, anche se il cuore gli batteva forte.
    
    “Posso offrirti qualcosa?”. La frase di rito.
    
    “Certo, voglio al più presto scoparti. In questi giorni non ho fatto altro che pensare a te”. Lo sollevò come un ...
    ... fuscello ed il giovane fremette sentendosi tra quelle braccia forti. “Dove lo vuoi fare?”.
    
    “Nella mia camera. Di là” e gliela indicò.
    
    Quasi lo gettò sul letto e gli tolse quelle poche cose che aveva indosso. Le mutandine vennero quasi strappate. Poi cominciò a slacciarsi i bottoni della camicia lentamente, con lo sguardo fisso su quel corpicino nudo. Il giovane era lì, disteso, che lo guardava affascinato. Pian piano venne fuori il torace peloso, quindi le braccia muscolose. Si slacciò la fibbia della cinta, la sfilò dai pantaloni e la poggiò sul letto. “Questa potrebbe servire”, affermò minaccioso. Si slacciò la patta, bottone dopo bottone. Tolse i jeans e rimase in mutande. Erano bianche e ci si poteva vedere dentro un bestione che andava ingrossandosi verso sinistra e quasi stava per uscire dall’elastico.
    
    Si sdraiò accanto a lui, gli si schiacciò addosso e riprese a baciarlo, tenendogli la testa. La grossa lingua la faceva da padrona in quella boccuccia. Staccatosi, con una mano si sfilò le mutande e ne uscì la belva pronta a violare quelle tenere carni. Enorme e segnata da grosse vene, specialmente una, durissima, che gli faceva da spina dorsale.
    
    “Oddio quanto è grosso!” disse il giovane con la voce che gli vibrava dalla paura ma questo non gli impedì di cercare di prenderlo in mano, senza riuscire ad avvolgerlo tutto. Ne sentiva il calore, lo sentiva pulsare e continuare ad ingrossarsi.
    
    “Prendilo in bocca” gli fu ordinato ma lui era già disceso a guardarlo da ...
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