1. La casa delle bambole


    Data: 25/08/2021, Categorie: Etero Autore: Albatro86, Fonte: RaccontiMilu

    ... avevano chiesto se potessi darle una mano, dato che non me la cavavo affatto male. In effetti era così e avevo anche aiutato i miei compagni con la prova di matematica dell’esame, quindi avevo già sperimentato le mie capacità come insegnante. Accettai ben volentieri, soprattutto per fare un favore a Laura.
    
    Confesso che in quel momento, i pensieri che mi avevano sfiorato poco prima per la strada erano spariti e accettai senza sapere a cosa stavo per andare incontro.
    
    Nello sguardo di Rosita un grazie di complimento e sicuramente nulla che mi facesse venire in mente una qualche possibilità di avere un rapporto diverso con lei quale quello di due amici che si davano una mano nello studio.
    
    Due giorni dopo quel Giovedì sera chiamai Laura per raggiungerla a casa come d’accordo.
    
    Mi disse che lei era impegnata e non ci sarebbe stata, ma mi diede il numero di telefono di Rosita e l’indirizzo preciso, visto che ancora non c’ero mai stato. Non fu difficile trovare il palazzo anche perchè era su via Mezzocannone, proprio nelle vicinanze di Piazza San Domenico, una di quelle piazze dove spesso gli universitari si incontrano, quindi già conoscevo la zona. La via su cui si affacciava il portone, poi, era abbastanza conosciuta, ribattezzata via “pisciazza”. In pratica dopo svariate birre uno dei vicoli dove sia uomini che donne a volte tendevano a svuotare la vescica. A parte questo piccolo sgradevole particolare il palazzo, sebbene vecchio, non sembrava poi malaccio.
    
    Davanti ...
    ... al portone chiamai Rosita per farmi aprire. Mi ero dimenticato il cognome a cui bussare. Mi aprì e cominciai a salire a piedi. Il loro appartamento era al terzo piano, solo che sapere ciò non era sufficiente a misurare l’impresa, infatti, capita spesso nei vecchi palazzi di Napoli che le scalinate si fanno più ripide e si inerpicano scomode salendo più del previsto. Nelle case antiche il soffitto, infatti era molto elevato e quel terzo piano era quasi un sesto.
    
    Arrivai davanti al portone trafelato. Era socchiuso. Mi annunciai mentre ero con un piede sul pianerottolo e l’altro all’interno.
    
    “Entra… entra…” la voce di Rosita dalla destra. Appena si accedeva in casa un corridoio andava sulla destra dove in fondo si apriva in una stanza dove era ricavato il tinello. Vi era il tavolo dove probabilmente mangiavano le ragazze e oltre, sulla sinistra, un altro corridoio che portava alle stanze ed ai due bagni. Mi spiegò poi Rosita che erano in quattro ragazze in casa, ognuna con la sua stanza.
    
    “Sei salito a piedi??” mi chiese “Pazzo” senza attendere la mia risposta. Mi venne incontro, verso il portone. Non vi erano finestre all’ingresso, per cui era leggermente scuro, non riuscii a vederla bene mentre si avvicinava, ma una cosa mi rimase impressa: le babbucce. La ragazza sexy che avevo conosciuto il Giovedì precedente era quasi sparita. Indossava una felpa abbastanza larga, forse del fidanzato, che ne nascondeva le forme, una tuta e le babbucce con la faccia da cagnolino. Non ...
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