1. La casa delle bambole


    Data: 25/08/2021, Categorie: Etero Autore: Albatro86, Fonte: RaccontiMilu

    ... il massimo, ma in fin dei conti dovevamo solo studiare. L’unica nota positiva era proprio quella tuta. Una di quelle elasticizzate che cingono fianchi e gambe, quasi un leggins. All’epoca non aveva ancora spopolato, ma un po’ li ricordava. Certo che ti lasciava comunque un senso di insoddisfazione, infatti sebbene disegnavano bene il fondoschiena della ragazza, non riuscivi a vederli sexy. Era pur sempre una tuta.
    
    “Dovrai imparare a conservarti le monete da due centesimi, ti serviranno per l’ascensore” mi disse Rosita mentre mi porgeva gentilmente un bicchiere d’acqua.
    
    “Vado a prendere il libri”. E sparì nel corridoio mentre io ne seguivo i passi guardandole il culo. Deglutii anche senza aver bevuto nulla. Mi scoprì nuovamente e sorrise, mentre io rimasi impassibile, per quanto potessi. Ritornò in cucina dopo poco e cominciammo a studiare. Nel mentre prendevamo confidenza, parlavamo del più e del meno e lei ogni tanto si offriva in piccoli servizi da buon ospite: un caffè, dei biscotti o una fetta di torta portata da casa. Ed ogni volta si ripeteva la stessa scena. Lei si sporgeva per raggiungere gli oggetti dagli stipetti in alto e io le guardavo il sedere. Ero come ipnotizzato. Comunque non ve la tiro a lungo anche perchè il leit motiv era quello: lei da un lato sembrava una perfetta anfitrione, dall’altro una gatta morta dalle infinite piccole provocazioni. Io il pollo che stava lì imbambolato.
    
    Una sera arrivò una sua coinquilina, Roberta, prima del solito. ...
    ... Roberta era di qualche anno più grande rispetto Laura e Rosita, frequentava giurisprudenza e era impegnata in varie attività sociali in città. Era abbastanza alta, capelli castani lunghi che le scendevano fino a metà schiena e che era solita portare legati con una coda alta. Occhiali sul viso dai lineamenti delicati. Il contrario del carattere, che fin dal primo incontro sembrò abbastanza spigoloso. Autoritaria e un po’ scazzata, ma forse era colpa del cambio di orari che le aveva scombussolato un po’ di cose. Scoprimmo, infatti, che da quel dì in poi sarebbe stato sempre così, le avevano cambiato gli orari. Giustamente volle prepararsi qualcosa da mangiare e noi dovemmo liberare il tavolo. Rosita mi invitò ad andare in camera sua e dopo aver scambiato qualche convenevole con la coinquilina appena conosciuta la seguii.
    
    All’interno la solita mobilia da studente, quali scrivania di fronte al balcone, letto al lato, armadio sulla destra e così via. Le pareti erano tappezzate di sue foto, soprattutto primi piani. Mi spiegò che la zia le regalò un book fotografico per il diciottesimo capodanno. Un regalo azzeccatissimo, visto che come già vi ho detto era davvero un bel viso. Sembrò leggermente imbarazzata mentre me lo diceva e io andavo scorrendo le varie foto. Ve ne erano anche alcune con il fidanzato e, cosa che mi lasciò più basito, sembrò ancor più in imbarazzo quando mi spiegò del ragazzo accanto a lei. Non vi diedi peso più di tanto e riprendemmo a studiare.
    
    Da quel giorno ...
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