1. Una storia di altri tempi - 3


    Data: 22/08/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... combinato? Io?... ma niente.”
    
    “Ne sei sicura?”, le fece santa Vereconda a muso duro.
    
    “Cosa ho fatto? Poverino era solo e gli ho fatto conoscere una persona…”
    
    Santa Vereconda alzò gli occhi al cielo.
    
    “Ermenegilda, - sbottò fuori di sé – don Gervasio è un uomo e a un uomo bisogna far conoscere un donna! Ci arrivi a questo?”
    
    “E allora?”, fece candidamente l’altra.
    
    “Come, e allora? Ermenegilda, gli hai ficcato nel letto un altro uomo!”
    
    “Ma importante è che sono felici, giusto?”, intervenne una santarella di cui non conoscevano neanche il nome.
    
    “Hai ragione, - fece conciliante santa Vereconda – il guaio è che le leggi sulla terra non girano come vorremmo noi: della felicità degli altri non interessa niente a nessuno. Qualcuno li ha visti, ha messo in giro brutte voci e adesso c’è il rischio che faranno fare una brutta fine a tutti e due.”
    
    “Poverini… - esclamò la santarella – bisogna fare qualcosa…”
    
    “Potrei…”, cominciò santa Ermenegilda, alzandosi.
    
    “No! Tu hai fatto già abbastanza. Ci penso io, che ho già una mezza idea di come salvare capra e cavoli.”, disse santa Vereconda e le lasciò, andando a prendere la diligenza che faceva il volo serale Paradiso – Terra e ritorno.
    
    “Don Cristo’, - disse a san Cristoforo, il vetturino – mi dovete fare un favore: una fermata intermedia a …”
    
    “Ti voglio…”, ripeté don Gervasio continuando a mordere e leccare il vergine pertugio di Antonello, che ormai sguaiolava e si dimenava senza alcun ritegno e:
    
    “Sì, ...
    ... fammi tuo… fammi tuo…”, sospirava.
    
    Poi, tutto si compì: don Gervasio, in preda ormai ad un’incontrollabile furia erotica, sputò un paio di volte nel buco congestionato di Antonello, ci puntò sopra l’uccello e spinse con tutta la forza del bacino.
    
    Il suo cazzo scivolò dentro come niente, ciò nondimeno l’impatto con le vergini mucose di Antonello fu devastante: il giovane si sentì letteralmente squarciare l’ano e urlò con tutte le sue forze, dimenandosi per espellere quel corpo così ingombrante. Ma don Gervasio si tenne tenacemente sopra di lui e dopo aver assaporato il piacere straziante che la penetrazione gli aveva procurato, iniziò il lungo cammino verso l’orgasmo.
    
    Pure, in uno sprazzo di lucidità si avvide della sofferenza che stava procurando all’amante, allora si fermò e fece per uscire; ma l’altro allungò le braccia e lo afferrò ai glutei, premendoselo contro.
    
    “Non uscire, ti prego, - mormorò – solo, fa’ piano per un po’.”
    
    E don Gervasio continuò, più lentamente adesso, ma con l’uccello sempre serrato in una morsa ben diversa da quanto avesse sperimentato in precedenza. Ma intanto, lo sfintere di Antonello cominciava a prendere confidenza con il corpo intrusore, cominciava a sentire la sottile piacevolezza dello stiramento, del massaggio diffuso, e via via il dolore si mutava in un senso di piacere sempre più pronunciato. Don Gervasio era ancora a metà del suo cammino, che già Antonello gli avvinghiava le gambe dietro la schiena e lo teneva premuto a sé, ...