1. FULMI NI A CIEL SERENO


    Data: 21/08/2021, Categorie: Sensazioni Autore: berglieber, Fonte: RaccontiMilu

    ... volte era sembrata voler soppesare le sensazioni del nostro amoreggiare, ma poi era diventata disinvolta ed era lei stessa cercare quei gesti che all’inizio io le avevo quasi imposto. Non ho conosciuto altra donna così spontanea e sincera nel godere dei piaceri delle manovre erotiche, così limpida nel manifestare appagamento del suo orgasmo. Accoglieva il mio pene tra le sue cosce come si accoglie un amico carissimo con cui si vorrebbe restare sempre insieme, lo bagnava con gli umori della sua passera eccitata e gratificava d’un sorriso soddisfatto e compiacente il mio sperma quando le inondava il ventre e le mani. Il ricordo d’un vissuto lontano e bellissimo che mi fa desiderare di incontrare almeno una volta ancora questa mia amante di troppo pochi incontri. Anche se sono passati molti anni e le nostre gioventù sono lontane, la vedrei con gli stessi occhi e le darei ciò che a causa della mia inesperienza non le ho dato allora, certo che lei farebbe altrettanto. No, non è che il tempo ha inzuccherato il ricordo., mi ha fatto semplicemente vedere ciò che in gioventù non vedevo.
    
    Non è solo questo a renderla unica. C’è pure che io in una di quelle sere le diedi la sua prima lezione di guida. Andò così. Ci eravamo al solito fermati al bordo di un campo, però durante il giorno era parecchio piovuto. Al momento di tornare scoprimmo che l’auto si era impantanata nel fango e non c’era verso di rimetterla in carreggiata. Non potevo certo dirle di darmi una spinta e farla ...
    ... inzaccherare di terra melmosa. Mi venne dunque l’ispirazione di mettere lei alla guida e di fare io da facchino. Accettò di buon grado la mia proposta pur facendomi presente che non aveva mai guidato. ‘Poco importa’ le dissi io ‘t’insegno l’indispensabile.’ Sistemai lo sterzo nella giusta posizione, lei si sedette al posto di guida ed io le dissi di premere con i piedi i pedali della frizione e dell’acceleratore. Le spiegai che doveva premere leggermente sull’uno mentre mollava l’altro non appena avesse udito il mio comando. Misi la prima e accesi il motore attraverso il finestrino aperto e poi andai dietro la macchina e spingendola le urlai: ‘Vai!’, cosa che la mia ‘guidatrice fece con prontezza. Fu solo allora che ci accorgemmo entrambi che se sapeva come partire non sapeva come fermarsi. Mentre le gridavo ‘Molla tutto!’ sperando che il veicolo si fermasse da solo, la vettura lentamente abbandonò la mota del campo, attraversò il viottolo, tranciò sul lato opposto gli alti cespugli erbosi che contornavano un contenitore di cemento cilindrico alto più di un metro e di pari diametro ed alla fine, tornata sulla carreggiata, si fermò. La sua istintiva bravura nel manovrare il volante evitò benché io minimo danno. Riprendemmo i posti che ci spettavano senza una parola di commento e lei non sembrava per nulla impressionata. Come non ricordare una simile creatura, eccezionale nella sua calma e serenità, con affetto e un pochino di rimpianto per averla completamente persa di vista?
    
    Mi ...