1. FULMI NI A CIEL SERENO


    Data: 21/08/2021, Categorie: Sensazioni Autore: berglieber, Fonte: RaccontiMilu

    Dedicato, se e quando lo leggerà, a Xilia che dal suo Olimpo femminile ha abbassato lo sguardo su uno ‘normale’ come me che, avendo a che fare con una donna, ne apprezza la testa,quasi sempre più pronta e duttile di quella degli uomini nelle soluzioni, ma non dimentica ciò che sta dentro le sue mutandine. Istinto primario senza apparenti conseguenze perché credo che il fare sesso sia effetto e non causa.
    
    Cominciamo dall’oggi o quasi. Mi è capitato di accompagnare a casa un ragazzino che se l’era probabilmente fatta addosso. Nonostante tre giorni di finestrini aperti, l’odore di merda non accennava a dileguarsi. Così mi sono comprato un profumatore per auto da sistemare nella cabina del pickup. Un aggeggino elegante carrozzato Pininfarina. Prima sembrava un cesso pubblico usato da maleducati, ora invece il salotto di un postribolo. Un’ottima occasione per fare dell’auto ironia su come sono ridotto se basta una miscela di essenze per indurmi a pensieri lascivi e conseguenti irrigidimenti tra le cosce. In fondo la cosa può anche essere blandamente eccitante, una specie di salto all’indietro quando andavo in auto al lavoro percorrendo una quarantina di chilometri fantasticando erotiche lascivie. Però cosa accadrà se nel bel mezzo di questa mia esaltazione erotica una donna mi chiede un passaggio?
    
    Rossa di capelli, tipico esemplare dei figli di una certa borghesia, ceto medio credo si dica ora, ai tempi in cui si cantava (e lo cantavamo spesso anche noi durante i nostri ...
    ... trasferimenti in macchina o negli spuntini serali dopo la gita) ”Felicità ti ho persa ieri e ti ritrovo già, una canzone il suo posto prenderà”. Io sposato con figli e lei la ragazza del mio abituale compagno di arrampicate e spesso la terza della cordata. Allora un vulcano sempre in eruzione, ora, suppongo, tornata nei ranghi del suo ambiente originario. Conservo ancora alcune sue lettere, fogli strappati dai suoi quaderni di appunti universitari, nelle quali mi parlava del suo affetto per i miei figli e mia moglie, ma mi diceva pure della sua voglia di me. C’erano anche altri segni, abbracciamenti e stringimenti violenti da parte sua come quando si gioca tra bimbi. Mi era evidente il significato del suo atteggiamento, ma li avevo sempre considerati gesti senza seguito, fine a sé stessi. Poi un pomeriggio, con la benedizione del suo ragazzo (ho il vago sospetto che sapesse come sarebbe andata a finire), andammo noi due soli ad arrampicare. Col senno di poi, avrei dovuto notare una strano brillare dei suoi occhi, ma non fu così perché non avevo mai considerato di fare sesso con lei, quindi mi prese, la parola è senz’altro appropriata, alla sprovvista. Stavo riponendo l’attrezzatura prima di tornare alla macchina quando velocissima e silenziosa la vidi sfilarsi maglietta e pantaloni rimanendo in mutande, un paio di ridicoli slip con stampati tutta una serie di cuoricini e pupazzetti che ti saresti aspettato in una bambina. Non portava reggiseno e le sue tette coniche avevano i ...
«1234»