1. Tre desideri


    Data: 03/02/2018, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    Mi sveglio presto, anche prima che il telefono cominci a gracchiare. Non ho idea del tempo che mi ci vorrà a raggiungere la scuola, devo ancora prendere le misure di tutto. First day in London, oh yeah. Esco verso le sette, ho un vestitino nero con delle strisce colorate verticali, nemmeno tanto corto rispetto ai miei standard, diciamo oltre metà coscia. Gambe nude e ai piedi stivaletti, sempre neri. Dentro le mutandine un assorbente perché (me lo sentivo no? ogni ragazza se lo sente), mi sono arrivate. Esco in strada, dicevo, e torno subito indietro perché mi rendo conto che qui la mattina fa già un freddo becco. Mi infilo un giubbino, nero pure quello, e vado verso la stazione della metropolitana. Per strada trovo un posto dove fare colazione, è una catena francese. Mi sfondo di croissant salati, uova strapazzate e caffè. Prendo il treno, cambio, mi districo anche abbastanza bene nell’affollamento dei vagoni e delle stazioni. Mi sento molto londinese. Arrivo a Covent Garden e quando esco mi sembra di stare in un’altra città, completamente diversa, piena di negozi, bar, ristoranti. Vagamente bohemien, nonostante l’ora. Do un’altra occhiata a Google maps e mi rendo conto che devo camminare un bel po’ prima di arrivare alla scuola. Quando entro sono le nove meno venti, giusto il tempo di registrarmi.
    
    In segreteria ci trovo Tanita, una ragazzona con i capelli corti e neri, la pelle un po’ scura e ricoperta di tatuaggi, due tettone strizzate in una canotta beige di almeno ...
    ... due taglie più piccola.
    
    – Ann-Lise? – mi domanda storpiando il nome.
    
    – No, veramente è Annalisa – le rispondo.
    
    – Ann-Lise – ripete lei con la faccia di chi ti fa “e io che cazzo avevo detto?”.
    
    – Ok, Ann-Lise – rispondo. Un po’ perché non mi va di litigare, un po’ perché ha un sorriso davvero simpatico.
    
    La classe è piccola, cinque persone. Non so se è perché il mio è un livello avanzato o perché le classi sono tutte così. Siamo io, due tedesche che avranno al massimo quindici-sedici anni, un ragazzo che penso sia tedesco anche lui e invece è polacco e una signora francese, anzi bretone, un po’ avanti con l’età che mi colpisce per i suoi capelli ricci e grigi portati con assoluta naturalezza.
    
    Mi becco subito un cazziatone dalla prima prof, che mentre si sta presentando si ferma e mi fulmina con lo sguardo: “No mobiles”. Ok, d’accordo, lo so, scusi tanto. Ma cazzo, è un messaggio di Serena, me lo fai leggere? Come pensi che possa stare sulle spine per tutta la lezione? Il messaggio tra l’altro è molto breve e non ha nemmeno bisogno di una risposta. “Tu sei una pazza incosciente”, c’è scritto. Ed è chiaramente riferito alle mie bravate a casa di Enrico con lui e il suo degno compare. Sulla mia dichiarazione nei suoi confronti, nulla. Nemmeno una parola, nemmeno un vaffanculo. Non so davvero cosa pensare.
    
    La prof però deve avermi presa di punta. Mi corregge sempre sulla pronuncia e io ogni volta mi dico vabbè, ma che cazzo, è chiaro che è una pronuncia figlia di ...
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