1. EST-CE QUE TU M’AIMES?


    Data: 12/06/2021, Categorie: Etero Autore: cucciolo56, Fonte: RaccontiMilu

    ... il biglietto. Le feci cenno che l’avrei aspettata fuori, l’aria condizionata mi stava uccidendo. Mi accesi una sigaretta.
    
    Uscì poco dopo con un’espressione trionfante. Le chiesi, banalmente, quanto fosse felice e lei mi rispose che sì, che non vedeva l’ora, e che comunque se non avesse trovato un biglietto per Roma avrebbe comunque preso il primo aereo disponibile.
    
    Non potevo darle torto: la Tunisia era un paese civile, in cui due ragazze potevano viaggiare, sia pure con qualche accortezza (oggi non so se sia più vero). Soprattutto nelle località più turistiche.
    
    Per una ragazza sola, invece, la cosa sarebbe stata non dico più pericolosa, ma sicuramente più faticosa.
    
    – Se non ti va di stare da sola ‘ le dissi ‘ puoi venire al mare con me. Io ci sto giusto andando.
    
    Mi guardò per qualche secondo da dietro i ray-ban specchiati:
    
    – No grazie, oggi pomeriggio ho un tour alla Medina.
    
    – Da sola? ‘ le chiesi un po’ allarmato.
    
    – No, è un tour.
    
    Sapeva di scusa, ma non potevo esserne certo. ‘Ok, è andata buca’, pensai tra me e me. Mi stavo predisponendo a uscirne con eleganza, con qualche frase tipo ‘bene, allora spero che tu ti diverta, magari ci vediamo sull’aereo’, quando lei mi anticipò.
    
    – A cena, magari? Ieri sera ho mangiato in camera, uscire la sera non mi dispiacerebbe.
    
    CONTINUA
    
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    3. Ci penserò
    
    La passai a prendere all’ora prefissata. In assenza di cellulari, a quei tempi bisognava soprattutto affidarsi alla puntualità ...
    ... delle persone. Nathalie lo era.
    
    Indossava un vestito turchese, come i portoni che si incontrano nelle città tunisine. Il vestito stesso, che le arrivava alle caviglie, era chiaramente di foggia tunisina.
    
    Altrettanto chiaramente era una cosa riservata alle turiste, perché di donne vestite in quel modo, da quelle parti, non ne ho mai viste.
    
    Però lei ci faceva una magnifica figura. E glielo dissi quando mi raccontò di averlo comprato quel pomeriggio, alla Medina.
    
    Stonavano un po’ le scarpe, delle espadrillas con la zeppa che oggi sono tornate a nuova vita ma che allora erano passate di moda da almeno sette-otto anni.
    
    Ma era un dettaglio. E se non altro, rispetto alle scarpe di tela che calzava in mattinata, quel rialzo rendeva le nostre rispettive altezze meno sbilanciate.
    
    E poi gli occhi, non più al riparo delle sue lenti a specchio. Erano di un castano scuro, come i miei. Assolutamente normali, ma con la capacità di assecondare il suo sorriso e renderlo, se possibile, ancora più luminoso.
    
    Mi ero informato presso il mio albergo su quali fossero i migliori ristoranti di Hammamet e ne avevo scelto uno raggiungibile in cinque minuti a piedi dal luogo del nostro appuntamento.
    
    Non mi avevano dato una fregatura, il cibo era davvero buono. A parte le varietà di cous-cous di carne, pesce e verdure Nathalie apprezzò la brick a l’oeuf, una specie di piatto nazionale che lei, sorprendentemente, non aveva ancora assaggiato.
    
    Fu una cena piacevole in modo speciale, ...
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