1. EST-CE QUE TU M’AIMES?


    Data: 12/06/2021, Categorie: Etero Autore: cucciolo56, Fonte: RaccontiMilu

    ... qualche giorno per stare con me stesso. Non mi andava di restare a Djerba ad attendere l’arrivo delle loro fidanzate, tantomeno di passare il resto della vacanza in loro compagnia.
    
    Non che ce l’avessi con loro, ma proprio non ne avevo voglia. Quella era la prima vacanza, dopo anni, che facevo senza Francesca, dopo la fine della nostra storia. Volevo passare un po’ di tempo da solo, annoiarmi sulla spiaggia, leggere, scaricare le pile del walkman a furia di ascoltare musica (oggi sono scomparsi, ma allora c’erano i walkman).
    
    D’altro canto la storia del lavoro era vera. Dopo qualche anno di collaborazioni, peraltro strapagate, che mi avevano consentito di fare esperienza nonché di conoscere un paio di ragazze davvero interessanti ‘ ma di loro ve ne parlo un’altra volta ‘ stavo per fare ingresso nel mondo del posto fisso. Una trafila che allora era considerata normale.
    
    Ero elettrizzato e anche un po’ preoccupato.
    
    Sbarcato a Tunisi dopo meno di un’ora di volo da Djerba mi infilai nei locali della Budget, dove noleggiai una Renault 4 rossa, che probabilmente aveva visto le guerre puniche. Era l’unica che avevano.
    
    Prima di partire alla volta di Nabeul mi affacciai alla Tunis Air per ‘chiudere’ il mio biglietto di ritorno a Roma. Allora funzionava così.
    
    Mi dissero che avrei potuto farlo tranquillamente nelle loro sedi di Nabeul o di Hammamet due giorni prima del ritorno. Forse non gli andava di lavorare, o forse quella mattina avevano troppi clienti da ...
    ... soddisfare. Fatto sta che senza quel diniego non avrei conosciuto Nathalie e non starei qui a raccontarvi questa storia.
    
    Naturalmente a Nabeul, qualche giorno dopo, l’ufficio della Tunis Air distante poche centinaia di metri dal mio albergo aveva i terminali rotti. Mi consigliarono di correre ad Hammamet perché avevo poche ore a disposizione.
    
    Imprecando presi la R4 e corsi (si fa per dire) alla vicina Hammamet, individuai l’agenzia e entrai. Quasi mi prese un colpo: la temperatura lì doveva essere almeno dieci gradi al di sotto di quella esterna. Che era torrida.
    
    Mi diressi al bancone deserto e sbrigai tutto in pochi minuti.
    
    Quando mi voltai per andarmene una voce mi bloccò.
    
    Una voce di donna.
    
    Capii che la sua era una domanda, capii che si stava rivolgendo a me in francese, ma per il resto non capii nulla.
    
    La mia conoscenza del francese mi aveva consentito di interloquire fino a quel momento con i tunisini, con conversazioni che non avrebbero sfigurato in un sketch di Totò e Peppino, o di Christian De Sica. Una conversazione con una madrelingua francese non avrei potuto né iniziarla né sostenerla.
    
    – Je n’ai pas compris ‘ risposi (fin lì ci arrivo) ‘ parlez-vous anglais?
    
    – Sicuramente ‘ rispose la ragazza.
    
    (e qui devo chiarire che tutti i dialoghi in italiano tra me e Nathalie erano in realtà sostenuti in inglese: vi risparmio la fatica della traduzione)
    
    – Viaggi da solo? ‘ mi chiese.
    
    – Sì, perché? ‘ risposi lievemente insospettito.
    
    L’avevo notata ...
«1234...36»