1. 191 – Manuele si scopa e incula di brutto il figlio e poi la madre


    Data: 27/05/2021, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Venerdì sedici Dicembre 2011, pomeriggio, il sole è tramontato e comincia a far buio. Fuori nevica in abbondanza, sono solo a casa, mia moglie, assieme a mia figlia e mio figlio è andata da sua madre che non sta tanto bene. Ho acceso il camino e, tenendo un bicchiere di Cognac in mano, guardo fuori dalla finestra, osservo l’uniformità di quel soffice manto bianco che rende le case e le cose tutte uguali, tutte senza colori. Attutito dalla neve, il rumore delle auto che pattinano sulla strada è praticamente inesistente. Non sono felice dell’assenza di mia moglie e dei miei figli, ma nemmeno ne sono infastidito. Ogni tanto è bello riconquistare la tranquillità e la pace, senza nessuno che con la sua voce o i suoi gesti, interrompa in modo molesto il corso dei tuoi pensieri. Il mio è un matrimonio felice, in pratica, la seconda donna della mia vita, mi ha portato sull’altare circa vent’anni anni or sono. Da allora sono sempre stato un marito fedele, serio e posato, dedito alla famiglia ed al lavoro. Il mio nome è Manuele, sono un quarantunenne economicamente agiato sposato con Caterina che è mia coetanea. Dicono che io sia un bell’uomo, occhi e capelli scuri, alto un metro e ottantacinque, fisicamente curato e sufficientemente muscoloso. Ho anche due figli, una femmina ed un maschio. La ragazzina ha diciotto anni, mentre il giovanotto ne ha diciannove. Viviamo in una villetta sulle pendici della collina che circonda una grande città del nord. La felicità è sicuramente ...
    ... un’utopia ma posso dire che in fondo in fondo non mi posso lamentare. Nel silenzio odo uno scampanellio che mi fa sussultare. Strano, non aspetto nessuno. Penso d’essermi sbagliato, sorseggio il mio Cognac e guardo ancora dalla finestra le grosse falde bianche che svolazzanti scendono lentamente dal cielo. Ancora il suono del campanello; al citofono una voce che mi pare essere di una donna ella mi dice d’aver bisogno d’aiuto. Apro il cancelletto e quindi spalanco il portoncino di casa. Dal viottolo lastricato vedo una persona con il capo coperto da un cappuccio venire avanti zoppicando. Ad un metro da me, la sua vocina sofferente mi dice”. ‘Mi scusi, ma il motorino è slittato e’..
    
    ‘Venga, venga dentro. non si preoccupi’.’
    
    Lei mi chiede se può usare il telefono per chiamare i suoi perché il suo cellulare è caduto e si è distrutto sotto la moto. La faccio entrare, vedo i suoi jeans strappati all’altezza del ginocchio della gamba destra e sotto allo squarcio una ferita sanguinante. Mi mostra la mano destra e anch’essa ha sul dorso un taglio con del sangue. Idem per la mano sinistra. Si solleva il cappuccio e vedo i suoi lunghi capelli biondi, morbidi e ricci, ha un bellissimo viso e gli occhi azzurro cielo. Le dico’.
    
    ‘Venga signorina, venga in bagno che la medico’.’
    
    Mi guarda e nonostante le ferite doloranti mi sorride, poi mi dice’
    
    ‘Sono un ragazzo, un maschio’..’
    
    In quel momento rimango totalmente rapito da quella figura tremante ed intrisa di neve come un pulcino ...
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