1. Il cuoco – Capitolo 4: “Marco prepara la piadina a sua sorella” – Epilogo


    Data: 25/05/2021, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: William_Kasanova, Fonte: RaccontiMilu

    Lavorare in un fast food in cui l’unico piatto era la piadina, declinata in metà di mille varianti proposte, non rientrava nei sogni di Marco, quando si era iscritto all’alberghiero, sette anni prima, ma era sempre meglio che dover dipendere completamente dai genitori a livello economico. Non poteva permettersi una macchina migliore di una di seconda mano, non poteva uscire spesso a mangiare fuori (non che la cosa lo ispirasse particolarmente, dopo un turno in cucina), quegli abiti firmati e quei cellulari costosi a lui destinati sarebbero rimasti negli espositori dei rispettivi negozi, ma almeno lavorava, e un giorno avrebbe magari potuto far passare quel tempo trascorso a girare della pasta rotonda riempita di qualunque cosa edibile come “esperienza”.
    
    Nel frattempo, comunque, passava parte della giornata davanti ad una piastra calda a guardare piadine che si scaldavano, formaggio che si fondeva e carne, verdure, frutta o pesce, per non dimenticare creme dolci, che cuocevano, destinate ad altri individui. Si allontanava poco dalla piastra, se non mentre il collega, che doveva essere addetto alla cassa, era momentaneamente al bagno o a farsi una fumata, e allora era per qualche attimo al bancone a prendere ordinazioni; se non fosse stato per quegli attimi, nessuno l’avrebbe visto dalla saletta dove sedevano i clienti: non c’erano finestre che permettessero di vedere il lavoro in cucina, e anche la porta che li metteva in comunicazione non lasciava che si sbirciasse ...
    ... molto.
    
    A Marco la cosa andava più che bene. Lui era un cuoco e doveva fare le sue magie nell’intimità della cucina, ambiente che più era bello a vedersi, almeno per lui, meno era funzionale. E lì dentro, andava detto, di esteticamente ammirabile c’era ben poco. Il cliente doveva godersi la piadina con il gusto e l’olfatto, non contemplare fornelli e frigoriferi industriali.
    
    Il suo collega di quel turno, nonché suo superiore, era Piero, un uomo di trentaquattro anni che aveva scoperto la passione per la cucina quando la mancanza di liquidi aveva troncato l’amore per le spiagge del Pacifico meridionale e il surf tra le onde che lambivano isole sconosciute. Vi aveva passato anni con solo un costume addosso, come dimostravano un’abbronzatura che non se ne sarebbe più andata e tatuaggi che coprivano le braccia ed il petto. Di tanto in tanto, quando non c’erano clienti, intratteneva Marco raccontandogli delle sue avventure sull’isola di Kokovoko, da qualche parte in Polinesia: si perdeva nei ricordi narrando quanto fossero limpide le acque, dissetanti le noci di cocco e soprattutto calde le donne.
    
    Era un mercoledì pomeriggio, una giornata fiacca nel centro commerciale dove si trovava il fast food in cui lavorava Marco, e lui da quasi un’ora che la piastra si scaldava al minimo. Lui e Piero chiacchieravano pigramente di argomenti che già il giorno successivo sarebbero stati scordati.
    
    Il superiore lanciò un’occhiata all’orologio appeso alla parete sopra la cucina mentre ...
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