1. 200 – Maria e il suo babbo – Parigi val bene una messa (in culo)


    Data: 10/05/2021, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... sarebbe piaciuto andarci proprio a vivere per meglio nutrirmi di quanto di meravigliosamente bello ci fosse nella grande Capitale francese. Mentre ci servivano i dessert voltammo ancora verso destra per dirigerci all’imbarcadero, e vedemmo, perla fra le perle, la mastodontica ed imponente ‘Tour Eiffel’ che ci sorvegliava dall’alto anch’essa illuminata a giorno.
    
    Erano all’incirca le ventitre quando scendemmo dalla passerella e tornammo sulla terra ferma. Una bandierina metallica saldamente attaccata ad un palo segnaletico recitava:
    
    7 Arrondissement ‘ Champ de Mars.
    
    Papà era fuso dal Bordeaux e vacillava un po’, lo vidi battere il capo mentre saliva sul taxi e, nel buio dell’auto pubblica, lo osservai lungamente mentre frastornato teneva gli occhi chiusi.
    
    Con il mio francese insicuro dissi all’autista:
    
    ‘Secret de Paris, rue de Parme’
    
    Mi rispose’.
    
    ‘Oui madmoiselle’
    
    Una volta pagata la tariffa, a dire il vero, abbastanza economica, entrammo nella hall e ci dirigemmo agli ascensori. Papà entrò in camera con me, andò in bagno subito e ne uscì da lì a poco dicendomi’.
    
    ‘Scendo un attimo nella hall, vado a bermi il bicchierino della staffa”
    
    Era Luglio e in camera l’aria condizionata era al massimo. Mi misi a letto sotto le lenzuola ma mi vennero i brividi di freddo. Allora mi alzai, indossai la camicia da notte e poi feci scorrere il pesante vetro della finestra, il flusso del condizionatore si bloccò immediatamente e sentii finalmente un po’ di ...
    ... piacevole calore accarezzarmi il corpo seminudo.
    
    Eravamo al terzo piano e dal balcone di quell’antico palazzo, vedevo ancora una volta migliaia di luci mostrami uno spettacolo incantevole, guardai in basso e vidi l’ingresso dell’Hotel e moltissime persone che entravano ed uscivano.
    
    Una di queste persone era papà, lo vidi alzare un braccio per chiamare un taxi e poi piegarsi appoggiandosi al finestrino e parlare con l’autista. Salì poi sull’auto pubblica che subito si allontanò dal marciapiedi immergendosi nel traffico intenso. Ero sconcertata, anche impaurita, ebbi anche il dubbio che lui mi volesse lasciare ed abbandonare in quella megalopoli sconosciuta. Tornò verso le quattro del mattino, barcollante e sbronzo del tutto. Accesi la luce e lui mi ordinò malamente di spegnerla subito. Una volta sotto le coperte lo sentii ripetere alcune incomprensibili parole.
    
    Lo scossi e lui mi chiamò Geneviève abbracciandomi e baciandomi sul collo. Sentii contro la mia pancia il suo pisellone che spingeva quasi volesse perforarmi la pelle del ventre. Poi mi fu sopra. Io non capivo più nulla, non avevo più freddo, anzi, dal basso ventre mi saliva un gran calore, sentii la mia fighetta bagnarsi copiosamente e poi lui mi allargò le gambe e me lo mise dentro. Cominciò a galopparmi, io ne avevo voglia, tanta voglia. Era ormai diventata una droga farmi scopare da lui. Si muoveva a scatti ed affondava in me con violenza. Come piaceva a me; in trance mi sbatteva e mi chiamava ancora ...