1. Astrid


    Data: 01/05/2021, Categorie: Erotici Racconti Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io non sapevo più da quanto tempo stavo fischiettando quel motivo, sì, proprio una canzone mostruosa e orribile come la sbornia che dovevo aver pigliato durante la notte, poi francamente chi se ne fregava del fatto che avessi la mente afflitta e tormentata dal vino, da una brutta canzone e in ultimo di tutto quel tempo sprecato? Avere scelto la strada per casa, significava essere abituato a vivere senza farmi più troppe domande, mentre il senso logico delle cose aveva perso ogni valore da troppo tempo, perché potessi ancora credere d’essere un uomo normale.
    
    All’epoca, invero, il clima era assai gelido e in quel momento ero privato di qualsiasi cosa che potesse darmi adeguatamente calore, giacché avvertivo spiccatamente che stavo raggelandomi, così continuai a fischiettare nettamente disgustato e manifestamente nauseato io stesso da quell’aria antiquata e stupida che mi girava per la testa. Smisi, sputando sennonché non so che robaccia e ricominciai, avevo la radio appesa al collo e la spensi: dovevo averla sentita lì quell’immonda e lorda porcheria la sera prima o chissà quando: raccolsi perciò i miei stracci da terra, ripiegai il cartone che mi faceva da cuccia e sistemai tutto sul marciapiede, sotto la panchina, dove giorno dopo giorno chiunque passando m’avrebbe di certo potuto vedere più ridotto a un rottame, che simile a ogni essere umano, perché noi barboni finiamo con il confonderci mescolandoci con le cose per non esistere più.
    
    In quell’istante sollevai la ...
    ... bottiglia quasi vuota e m’accorsi attraverso il vetro verde che il sole la stava illuminando, capii perché stessi meglio. Il sole, il caldo e le belle giornate sono i miei grandi amici da quando la mia vita &egrave indiscutibilmente cambiata: non vi racconterò la storia di questo decisivo e radicale mutamento, perché &egrave insulsa e finanche insapore e ordinaria, in quanto non esistono ponderatezze né ragioni né altrettanto riflessioni particolari. Non ero in crisi né in dissesto, non disprezzavo né odiavo nessuno, non dovevo dimenticare né amori finiti né fallimenti né sconquassi, niente di tutto ciò, avevo però voglia solamente di libertà assoluta, d’essere privo d’impegni e spoglio da doveri, oneri e responsabilità, senza lo scampanellio del postino, senza l’obbligo di rispettare le scadenze, lontano da qualsiasi incombenza e rottura di scatole inventata dalla società per martirizzarti e per torturarti ulteriormente.
    
    Io volevo respirare l’aria a pieni polmoni e guardare in faccia la vita come gli avventurieri d’una volta, succhiarne l’essenza, ascoltare il mio cuore battere all’unisono con gli echi della natura, spingermi lontano in ogni terra del mondo. Ricordo bene l’ultima cosa che avevo fatto, entusiasta ed euforico di felicità come una baccante della tragedia greca: una gran catasta dei miei innumerevoli libri, cui avevo appiccato fuoco con i fogli su cui avevo scritto tante scempiaggini che credevo letteratura. Fu un rogo esaltante, maestoso e magnifico, io ci ballai ...
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