1. Astrid


    Data: 01/05/2021, Categorie: Erotici Racconti Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... di essa si era rovinata irrimediabilmente, come la mia stessa esistenza. La baciai su quella mezza bocca e la rimisi in fondo alla sacca, stando attento che non mi ricapitasse più tra le mani almeno per un bel po’. Avevo la bocca impastata e quel mal di testa insisteva, perché il maledetto non voleva lasciarmi, rabbrividii con una vampata di calore al viso e fui costretto a sputare ancora: non guardai neppure, che certe cose mi fanno schifo, forse avevo un po’ di febbre, però con un buon caff&egrave mi sarei rimesso in sesto, sono forte io sapete. Quel freddo nelle ossa, eppure si dava da fare proprio quel sole lassù inutilmente, poi la vidi e mi ricordai. Oh, esclamai, però sei ancora qua, non sei un sogno, sei vera, esisti, non m’hai in nessun caso abbandonato come tutti gli altri. Povero scemo, non lo vedi che stai parlando con una lattina di birra, quella che ti era stata lanciata da una finestra, perché stavi fischiando come uno stupido merlo chissà che cosa, la notte scorsa, precisamente la santa notte di Natale.
    
    Adesso va’ via lercio vagabondo, sparisci, mi manifesta speditamente il prete, questa &egrave la casa di Dio: lo so, gli dico io, sono venuto deliberatamente, di proposito, perché sapevo che una volta era la casa di tutti gli emarginati e di tutti i diseredati rimarcandogli argutamente il concetto. La chiesa era piena di gente profumata, impellicciata, esempio e modello vivente dell’adorazione, alla dedizione di quell’indomito e inflessibile Dio denaro che ...
    ... squarcia la società illudendola e maltattandola, in attesa che il sacerdote compiacente e sottomesso a quella stessa devozione, esaltazione e idolatria, mettesse in scena il suo ripetitivo spettacolino senza fede. Una vecchia stava frattanto straziando i tasti d’un organo di discreta fattura, io suonai appena dieci note in tutto, prima che il coperchio venisse rudemente richiuso sulle mie dita da quella megera quasi spezzandomele. Lei mi spinge di fuori, le mani mi tremano, al presente non ho voce, non dico niente, perché da qualche tempo ho imparato a non chiedere nulla né ad aspettarmi niente da nessuno, figuriamoci poi dai preti. Forse avrei voluto suonare un poco: Bach, Handel, o anche Vivaldi, per il fatto che conoscevo un po’ a memoria certi pezzi, dal momento che li eseguivo al violino e all’organo, quando non mi rendevo conto dei morti viventi che mi circondavano assediandomi.
    
    Io avevo con me la bottiglia, ci diedi dentro e fumai l’ultimo mozzicone raccattato chissà dove e quando, accesi la radio a tutto volume e ci cantai appresso come un forsennato, finché un individuo non mi scagliò addosso il barattolo di birra. Amico vacci piano per Dio, diamine, non vedi che sei già sbronzo e rintronato, esposi argutamente e brillantemente verso me stesso. In quell’occasione l’agguantai dal terreno e la esaminai accuratamente, in modo insperato mi sembrò incantevole e la desiderai subito senza sospettare di rinnegare lei che era un’altra cosa, giacché bellissima se ne stava ...