1. Astrid


    Data: 01/05/2021, Categorie: Erotici Racconti Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... attorno come uno sciamano folle e incosciente, perché quello fu realmente l’ultimo rapporto con un passato che non ho più, cosicché ingoiai l’ultimo sorso d’un vino infimo come il suo prezzo, l’unico che potessi permettermi e riaccesi la radio poiché gracchiava a corto di batterie, la spensi e mi rimisi a guardare il sole e il cielo di colpo diventato azzurro, usando il vetro colorato della bottiglia. Mi &egrave sempre piaciuto modificare trasfigurando le cose per guardarle in altri modi, però m’annoiai presto, anche perché mi doleva la testa. Un buon caff&egrave, sì, ecco quello che ci voleva.
    
    Mi guardai nelle tasche e frugando feci rapidamente l’inventario: pochi spiccioli e una banconota di piccolo taglio, contai gli spiccioli e decisi che la cassiera del bar di fronte, una biondina niente male, m’avrebbe fatto senz’altro un piccolo prestito. Se non avessi quest’aspetto maltenuto e trascurato con questa barba, che mi fa dimostrare ben più più dei miei quarant’anni, te la farei vedere io, pensavo tra me e me. E dire che sarei ancora un bel pezzo d’uomo e conosco le buone maniere e come si tratta con le signore. Fingo di non sapere nulla, perché chi sta tra i cani, deve solo abbaiare e basta, eppure io ho una cultura signori, ho una cultura, il greco, il latino e il violino. Cominciai a parlare di queste scemenze una volta che avevo preso una sbornia più forte di altre, prima mi presero in giro, poi m’insultarono, poi mi pestarono ben bene, quando intuirono in ...
    ... conclusione che non stavo scherzando.
    
    Non esiste una società diversa da un’altra, mi dissi: d’ora in poi zitto e non provare a distinguerti dagli altri, non differenziarti, perché se vuoi stare in pace non provare a cantare fuori dal coro. Va bene: non canterò mai più da solo, al massimo fischietterò le porcherie della radio mi sorpresi in ultimo pensando e ridendo un po’ di me stesso. Buon Natale: ecco che giorno era, ecco perché quel freddo così pizzicante, così eravamo di nuovo in inverno, un altro dopo tante estati, tante primavere e numerose ventose giornate d’autunno. Presi il frammento d’uno specchio che conservavo nella mia sacca e mi guardai:
    
    ‘Che orrore replicai, appena prendo la pensione sociale, pensai per darmi un tono, vado immediatamente al salone nella strada in fondo e vedrete che figurino’.
    
    Mentre rimuginavo tra le riflessioni, mi cadde involontariamente sul palmo la piccola foto di lei che si era appiccicata dietro lo specchietto, vischiosa come sempre, mi sorpresi a dire tra i denti alla stessa maniera di quando mi stava tra i piedi, in quanto io non respiravo perché mi seguiva a ogni passo. Cazzo, te la farò vedere un giorno o l’altro prima o poi, mentre lei s’incollava di più come se pretendesse ogni secondo del mio respiro. A ragion veduta mi mancava, però attualmente potevo guardarla solamente a metà, da quando un dannato piccione ci aveva fatto cascare sopra la sua etichetta preferita marchiandomela.
    
    Io avevo cercato di risciacquarla, però una parte ...