1. Sei entrata nella mia vita


    Data: 18/04/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... m’adagio sul ciglio facendo defluire l’acqua dal rimbombo leggermente ferroso e tintinnante da quella valvola splendente. Il tempo si ferma quando con gesti circolari, faccio scivolare l’olio e i petali di rosa nell’acqua insieme ai pensieri della giornata. Alle spalle mi lascio una giornata con l’esalazione e la sapidità di quei numerosi documenti, mi ritrovo in questo stato di grazia mentale, quando per una bizzarra percezione dell’intelletto non erano più presenti quelle mani che suonavano, bensì un’altra melodia, risaputa ebbene sì, ma della quale braccavo l’intestazione dietro gli occhi sbarrati senza poterla raggiungere. Quando ho riaperto gli occhi in mezzo ai vapori, ecco già predisposta la meraviglia, perché lo specchio m’ha fatto vedere una stanza diversa con le pareti di legno dalle larghe assi, con i cuscini e gli asciugamani rossi.
    
    Dalla finestra alla mia sinistra entrava una luce gialla e il panorama si perdeva una lunghissima superficie abbandonata e improduttiva, l’aria defluiva sul terreno facendo rotolare i cespugli rotondi dei rovi secchi, tra l’altro quell’unica forma di vita visibile. Su una parte dell’infisso s’intravedevano molte piante grasse spinose dai pungenti rami, che s’innalzavano nell’azzurro così chiaro da somigliare quasi a un disegno, cosicché gli occhi sono corsi dubbiosi e fulminei intorno alla stanza e di nuovo verso quella superficie riflettente per comprendere se fosse autentico e fondato, oppure se quello che assistevano era presente ...
    ... unicamente nel riverbero. Non ebbero tuttavia l’opportunità di cogliere una reazione, perché un’inattesa interferenza di persone che si muovono li costrinse a girarsi verso la porta, tradito all’inizio da un leggero schiarimento di gola, poi accompagnato da un delicato cigolio la porta s’aprì. Apparve in controluce la figura d’un uomo enorme, ma non pericoloso, con uno strato di polvere sopra il cappello e sui vestiti.
    
    Io mi resi conto con stupore di non essere sorpresa di quell’arrivo, giacché lo aspettavo, perché da sopra il fazzoletto annodato dietro la nuca per proteggere il naso e la bocca dal sapore acerbo e amaro del viaggio brillavano due occhi accesi con un’espressione a tal punto ottimista e speranzosa, da far intuire subito che non gli era mai capitato niente di negativo. Io m’alzai in piedi dentro la vasca facendo scivolare quegli occhi lungo il corpo come l’acqua che scorreva via, lasciandomi puntellata da quei petali di rosa che s’adagiavano sparpagliati sulla pelle. A frantumare la staticità dell’ambiente c’era solamente la mia andatura colante sul scendiletto fino a lui, con le mie mani spruzzate d’acqua che corrono a togliere il cappello e ad allentare il nodo dietro la nuca. L’acqua si fa imprigionare dalla polvere della camicia, nel tempo in cui rapidamente allento i bottoni, ansiosa e insofferente di stampare le labbra sulla pelle. Una mano m’impugna il collo e un’altra slitta lungo la schiena fino ai glutei mentre l’acqua e la terra s’amalgamano in un ...