1. La Cinesina


    Data: 13/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Regenesis, Fonte: RaccontiMilu

    ... ironia l’avevo programmato per emettere un ululato di dolore non appena una di queste email arrivava. Così, giusto per essere sicuro che le prestassi la giusta attenzione.
    
    La borsa dell’intervistatrice aveva appena emesso quell’urlo di dolore. La troia stava cercando di fregarmi il telefono.
    
    Ero perfettamente sveglio in quel momento, tutta la nebbia che mi ottenebrava il cervello spazzata via in un attimo. Mentre lei balbettava qualcosa, probabilmente in cinese, mi alzai di scatto e presi la sua borsa, rovesciandola sul tavolo. Il telefono e un paio di mie carte di credito in mezzo a un sacco di cianfrusaglie. Non c’era dubbio di quale fosse il suo vero scopo. La cinesina si alzò di scatto ma io le abbrancai la spalla, rimettendola a sedere.
    
    – Che cazzo fai? Rubi a casa mia? Ma che cazzo fai? – le urlai in faccia. Lei mi guardava con occhi sbarrati, terrorizzata, lamentandosi debolmente in cinese. Le scossi la spalla violentemente, tremava come un fuscello, mi sembrava che mi si potesse spezzare tra le mani.
    
    – Oh signore, scusa scusa scusa… – balbettò – Io non volevo, mi dispiace, scusa scusa scusa…
    
    Scusa un cazzo. Presi il telefono. – Adesso chiamo i carabinieri, – dissi – e poi vediamo se loro accettano le tue scuse.
    
    Se possibile la puttanella sbarrò gli occhi ancora di più, con un’espressione di terrore dipinta in faccia. – No, no, signore per favore, no, tu non chiama carabinieri, per favore, per favore, loro mandano me via, non chiamare…
    
    Abbassai ...
    ... gli occhi. Vidi la sua faccia terrorizzata, implorante. Probabilmente non aveva nemmeno il permesso di soggiorno, Dio solo sa cosa c’era nei suoi documenti, se i carabinieri l’avessero presa l’avrebbero sicuramente espulsa. La sentivo tremare come una foglia tra le mie mani. Il cazzo mi si era fatto durissimo, a pochi centimetri dalla sua faccia impaurita. Non avevo mai scopato una cinese. Fino a quel momento.
    
    Fu una decisione di un attimo. Posai il telefono, fuori dalla sua portata, tenendola sempre per le spalle. La guardai negli occhi.
    
    – E va bene, non gli chiamo i carabinieri. – dissi con voce calma.
    
    Abbassai una mano e liberai il cazzo dalle mutande. Era duro da farmi male, la cappella violacea e tesa, Mi avvicinai ancora di più a lei, il cazzo che puntava deciso sulla sua bocca, la punta sulle sue labbra. La puttanella mi guardò con gli occhi sbarrati, non so se avesse capito fino in fondo cosa stesse succedendo. E a dire il vero neanch’io. Agii d’impulso, quasi senza pensare. Avere quella piccola zoccola tra le mani, terrorizzata, completamente alla mia mercé mi aveva eccitato oltre ogni dire. Volevo scoparmela. E volevo fargliela pagare, che si pentisse di avermi provato a fregare. E volevo godere di quel corpicino magro, di quella boccuccia sottile.
    
    Spinsi un po’. Le labbra rimanevano chiuse, più per paura e perplessità che per altro, credo. Spinsi ancora. Lei aprii la bocca e io sentii il calore delle sue labbra che avvolgevano la cappella. Spinsi ancora e ...
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