1. La Cinesina


    Data: 13/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Regenesis, Fonte: RaccontiMilu

    Respirai profondamente, praticamente quasi un sospiro di sollievo, e premetti il tasto di invio. Il comando partì, e a venti chilometri di distanza il server cominciò il riavvio. L’ultimo, speravo. Guardai l’orologio: le nove di mattina, sabato. Tutta la notta passata a ripristinare server in remoto, da casa. Un posacenere pieno e un mal di testa epico, gli occhi rossi, la stanchezza che mi attanagliava la testa.
    
    Pensai a quanto mi pagavano per essere reperibile. Non abbastanza. Non abbastanza per ingoiare la rabbia di dover sempre essere io a rimettere tutto a posto, essere costretto a passare le notti insonni, fuori orario di lavoro, a mettere pezza su pezza a quello che i miei gentili colleghi combinavano durante il giorno. “Ci possiamo fidare solo di te”, dicevano i capi.
    
    E ti credo, dodici server schiantati e il servizio offline tutta la notte.
    
    Feci un altro respiro profondo, mi alzai e mi versai un bicchiere d’acqua. Presi un aspirina e la buttai dentro, fissando le bollicine che salivano. Ci pensai un attimo, poi ne aggiunsi un’altra: due meglio che una, così magari sarei riuscito a farmi una lunga, meritata e rilassante dormita. Col telefono spento, magari.
    
    Pia illusione, ero reperibile tutto il fine settimana. Mi rimisi alla tastiera e scrissi un rapido resoconto di tutto quello che avevo fatto durante la notte, cercando di non essere troppo cattivo nei confronti dei colleghi… Anche se, almeno credo, un bel po’ di veleno trasparì tra le righe. Inviai la ...
    ... mail, rifeci un rapido check di tutti i servizi. Tutto su, tutto perfettamente funzionante. Anzi, magari un po’ meglio di prima. Avevano ragione a fidarsi di me – anche se la modestia vorrebbe che non si dicessero mai certe cose – visto che ero il migliore. E se questo significava rimanere in reperibilità metà delle volte e tutte le notti pazienza, mi piaceva essere il migliore in quello che facevo.
    
    Mi alzai e mi stiracchiai, la schiena mezza bloccata dal lavoro della notte, tutto il tempo accucciato sulla tastiera. Avevo bisogno di fare un po’ di esercizio fisico.
    
    Si, certo, un’altra volta però, va bene?
    
    Pensai di dare uno sguardo a Facebook e Twitter, per vedere un po’ cosa accadeva in giro.
    
    – Stupido. – dissi, a nessuno in particolare, e spensi il computer. Avevo bisogno di sonno, niente Internet né cyberscorribande. Solo tanto sonno, poi magari una passeggiata per sgranchirmi un po’, forse, ma soprattutto tanto, tanto sonno. Mi diressi verso la camera da letto, chiusi le persiane e mi stesi sul letto. Occhi chiusi, pronto a crollare nel sonno.
    
    Ora, ci sono occasioni in cui si può essere certi che Dio esista. Che ci guardi dall’alto. Che pensi a noi. E che non voglia fare altro che renderci la vita impossibile. Perché proprio in quel preciso momento, non un secondo prima né un secondo dopo il campanello della porta squillò. Due volte, anche con un po’ di insistenza. Dio andava ripagato di tanta attenzione: bestemmiai. Per un momento mi dissi “adesso mi giro ...
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