1. Una femmina all’asta


    Data: 10/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Toro49rm, Fonte: Annunci69

    ... Ginevra, cercando di non far trapelare l’inquietudine. Aveva disobbedito a Max e lui le regalava un’intera mattinata dall’estetista e un vestito nuovo. Non poteva che essere il preludio a una punizione spettacolare, qualcosa che avrebbe ricordato per molto, molto tempo.
    
    «Metti questa» le ordinò Max, tendendole un benda di seta del colore del sangue arterioso.
    
    Con movimenti dettati da una lunga pratica Ginevra la indossò coprendo metà del volto.
    
    Il vestito che aveva preso, semitrasparente e molto vaporoso, non nascondeva niente del suo fisico, che lei curava in modo maniacale.
    
    I nipples che le serravano i capezzoli, uniti da una catenella cui era assicurato un piccolo peso in argento, perfettamente visibili attraverso la stoffa, stringevano al punto da farle male, cosa che del resto meritava.
    
    Al collo aveva un collare di cuoio. Max l’aveva preso in un negozio di animali, non in un sexy shop, perché voleva che Ginevra si sentisse una cagna.
    
    Tirando il guinzaglio la guidò verso la porta di casa. Avrebbe potuto bendarla una volta in macchina, ma gli piaceva che lei fosse del tutto dipendente. Ginevra lo amava anche per quello.
    
    Il rapporto di sottomissione che si era sviluppato tra loro si componeva in parti uguali di paura, amore, lussuria e fiducia quasi incondizionata. Era quel piccolo residuo di dubbio, quel “quasi” subdolo e irrazionale, che le aveva impedito di obbedire all’ordine di Max, il giorno prima.
    
    A livello conscio sapeva che lui non ...
    ... l’avrebbe mai sottoposta a qualcosa che non fosse in grado di sopportare, ma le era mancato l’abbandono necessario a fidarsi ciecamente.
    
    Era stata quella mancanza di fiducia a renderlo furioso e ora Ginevra ne avrebbe pagato il prezzo.
    
    Nell’ano aveva un plug a batteria che Max era in grado di attivare con un telecomando, e la cui vibrazione, a livello massimo, poteva diventare molto dolorosa.
    
    Max l’aveva usato fino al livello tre ed era stata un’esperienza intensa e non priva di sofferenza.
    
    In macchina, nascosta dai vetri fumé, Ginevra cercò di immaginare cosa la aspettasse. Non fece domande perché sapeva che Max si sarebbe arrabbiato, ma cominciò a sentirsi umida in mezzo alle gambe, eccitata come non mai dalla prospettiva della severa punizione che avrebbe subito.
    
    Il viaggio durò una ventina di minuti e quando scese dalla macchina le mutandine di pizzo erano già fradice.
    
    Strattonandola per il collare, la precedette in un ambiente che l’eco dei passi le fece intuire essere ampio e quasi vuoto, poi le prese il braccio per aiutarla a salire tre gradini di legno coperti da qualcosa simile a linoleum, che risuonarono a vuoto sotto le sue stiletto tacco 12.
    
    Un qualche tipo di palco, immaginò. Max le fece percorrere alcuni metri, poi le ordinò di fermarsi e di voltarsi. Un brusio eccitato le fece capire che non erano soli nel locale.
    
    «Buonasera a tutti» disse Max, rivolto a una platea che Ginevra non poteva vedere. «Grazie per essere qui oggi.»
    
    Ginevra sentì ...