1. La serva


    Data: 07/04/2021, Categorie: Etero Autore: CxMIII, Fonte: RaccontiMilu

    ... e, tre volte di seguito, comincia ad essere un po’ al limite, per me.
    
    Stacca Marga, ti prego, penso dentro di me, ma lei non ci pensa per niente, la sento aumentare le attenzioni nei confronti del mio arnese, poi avverto lo sperma che sale e sta per uscire.
    
    E va beh, faremo anche il terzo atto, non è che poi mi dispiaccia.
    
    Lei si prepara ed io finalmente mi libero.
    
    Marga non fa una piega, tiene duro fino a che non cessano le contrazioni e ‘
    
    Un botto seguito da un urlo.
    
    Marga si tira su di colpo, mentre io alzo la testa in direzione del rumore.
    
    Nel vano della porta aperta della camera da letto, c’è mia moglie con una busta della spesa in mano, per terra ce n’è una altra identica, che ha causato il botto.
    
    Mi moglie ci guarda a bocca aperta.
    
    Siamo tutti e due nudi, sul letto, io sdraiato e con il cazzo ancora dritto, Marga in ginocchio con la faccia piena di sperma.
    
    Forse si è trattato di un’allucinazione, perché non vedo più mia moglie, ma sento solo la porta di casa che si chiude violentemente.
    
    No, non si è trattato di un’allucinazione, perché in terra ci sono ancora le borse della spesa.
    
    Come è andata a finire?
    
    Quel giorno Marga non ha pulito casa, perché si è data una ripulita alla faccia, si è rivestita in fretta ed ha tagliato la corda.
    
    Mia moglie è tornata a notte fonda e non mi ha parlato per una settimana.
    
    Marga è stata licenziata.
    
    Per sei mesi ho dovuto aiutare mia moglie, nel fine settimana, a pulire casa, una ...
    ... volta ho provato ad accennare al fatto che con Marga non ci fosse nulla a parte il piacere sessuale, ma ho capito subito che si trattava di un terreno minato e non ho più ripreso l’argomento.
    
    Ieri mi ha detto che in futuro non dovrò più pulire casa, perché avremo di nuovo una colf.
    
    La sostituta di Marga si chiama Lua, anzi veramente il suo nome completo sarebbe Lualhati, ma Lua è più semplice.
    
    Siamo seduti in soggiorno, io, mia moglie e la nuova arrivata.
    
    Lua è filippina, ha più di sessanta anni e vuole lavorare ancora un paio d’anni, in modo di arrivare alla pensione che pensa di godersi nel suo paese.
    
    Più o meno è alta (anzi dovrei dire bassa) un metro e quarantacinque, ed ho l’impressione che all’incirca sia larga uguale.
    
    Porta i capelli grigi legati dietro con una crocchia, indossa una tuta informe, che tradisce un corpo tozzo e grasso, per finire il quadro, dai pantaloni che terminano un palmo sotto al ginocchio, spuntano due polpacci degni di un marciatore.
    
    Verrà due volte a settimana ed uno dei giorni sarà il martedì pomeriggio.
    
    Mia moglie mi lancia un’occhiata ironica ma io faccio finta di niente, mentre spiega a Lua che il martedì in casa ci sarò io.
    
    Non mi ha degnato neanche di uno sguardo, d’altra parte non credo sia interessata a me, cosa questa decisamente positiva.
    
    Prima di congedarla ci facciamo lasciare il suo cellulare, allora mi ricordo che ho ancora memorizzato quello di Marga.
    
    Magari uno di questi giorni la chiamo. 
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