1. La serva


    Data: 07/04/2021, Categorie: Etero Autore: CxMIII, Fonte: RaccontiMilu

    Il buon vecchio Totò diceva: ‘che Dio ce la mandi buona’, alludendo alla nuova serva da assumere.
    
    La letteratura che riguarda i rapporti tra serva e padrone è abbastanza vasta ed abbraccia una casistica variegata, che va dalla giovane, inesperta e formosa contadinella, che dopo un po’ di tempo veniva rispedita al paese licenziata in tronco (dalla padrona) e con la pancia (opera questa del padrone), fino ad arrivare alla matura domestica che si occupava degli sbalzi ormonali del padroncino adolescente, fungendo da nave scuola.
    
    In mezzo a questi due estremi c’è di tutto, comunque sempre legato da un filo comune, la subordinazione tra una donna ed un uomo, dovuta al rapporto di lavoro, della serie se non fai quello che dico io ti caccio, ma anche all’istruzione ed all’estrazione sociale differente.
    
    Naturalmente la serva, o domestica, era appannaggio delle famiglie nobili o comunque ricche, che potevano permettersi gente che si occupasse della loro casa, per tutti gli altri non se ne parlava assolutamente.
    
    Dopo la seconda guerra mondiale, grazie al boom economico, l’utilizzo di questo persone si è diffuso, i costumi sono cambiati e nessuno si sognerebbe più di chiamarle serve.
    
    Ad un certo punto non si trovavano più italiane disposte a fare questo mestiere, e si è cominciato a guardare oltre confine.
    
    Ci fu un periodo che andarono di moda le Etiopi, ma durò poco.
    
    Le signore tendevano a trovar loro un mucchio di difetti, al contrario dei loro ...
    ... mariti.
    
    Il problema stava nel fatto che spesso erano sul genere ‘la ragazza dalla pelle di luna’. Magari non erano tutte belle come Zeudi Araya, però, se ti metti in casa una giovane dal fisico che ricorda un leopardo e con la sessualità disinibita delle donne africane, sono guai.
    
    Tua moglie insiste a dire che è troppo scura, puzza e non sa pulire casa, tu invece ‘
    
    Insomma le Etiopi, come colf, durarono poco, e furono sostituite rapidamente dalle Filippine, ultra cattoliche, piccole, cicciottelle e con quelle facce da ragazzine, che sicuramente non ispiravano troppi sogni erotici ai mariti italiani.
    
    Chiudo la digressione. Anche noi abbiamo una colf. Non è Etiope e neanche Filippina.
    
    Si tratta di una Romena intorno alla quarantina che, devo dire, non avevo mai preso seriamente in considerazione.
    
    L’ho vista poche volte e di sfuggita, perché quando viene a pulire casa, due volte a settimana, io devo andare a lavorare e mia moglie resta con lei.
    
    Di lei so poche cose: si chiama Marga, ha trentotto anni (queste notizie le ho ricavate dal suo documento, quando l’abbiamo assunta), veste in maniera dimessa ed ha l’aria un po’ timida e spaurita.
    
    Oggi, contrariamente al solito, mi trovo in casa proprio nel giorno in cui lei viene a pulire, perché sto smaltendo i postumi di una fastidiosa influenza.
    
    Visto che devo rimanere a casa, mi moglie decide di uscire, lasciandomi solo con lei.
    
    Io me ne sto sdraiato in poltrona, con un plaid addosso, a leggere un ...
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