1. Due ragazzine in cerca d’autore


    Data: 01/04/2021, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: Regenesis, Fonte: RaccontiMilu

    Tornavo a casa ancora una volta, sconfitto.
    
    Cioè, non era esattamente casa mia, era la casa a mare che avevo ereditato dai miei. Non l’avevo mai sopportata. Ogni anno, in estate, volente o nolente mi toccava andare con loro, in quella casetta di due camere vicino al mare, isolata. Il mare lì era splendido, ma anche solo per andare a prendere un gelato occorreva fare dei chilometri ed io mi annoiavo sempre terribilmente… Appena fatti quindici anni cominciai ad andarmene in vacanza per fatti miei con gli amici di scuola, mentre papà e mamma andavano sempre in quella casetta. Mai un viaggio, mai un minimo di curiosità per qualcosa di diverso, ogni estate un mese in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini mentre io giravo col sacco in spalla per l’Europa.
    
    Papà andò in pensione e loro presero a passare tutta l’estate, da maggio a settembre inoltrato, esiliati in quel microscopico e, ahimé, solitario angolo di paradiso, come una specie di isola deserta, collegata da un chilometro di sterrato con il mondo civile.
    
    Poi papà morì. E qualche mese dopo la mamma si addormentò nel letto della casa al mare e non si svegliò più.
    
    Dopo, quasi inconsapevolmente, non andai più nella casetta isolata. Era mia, ma ogni anno trovavo scuse per non andarci. Anche quest’anno, avevo programmato una bella vacanza con Barbara, la mia donna. Barbara, una bella e prosperosa divorziata. Per un mese il figlio sarebbe stato con il padre e io con lei, in giro, come mi era sempre piaciuto. Non ...
    ... è andata così, però: abbiamo parlato dello stare lontano dal figlio, ho detto qualche parola di troppo. Abbiamo litigato. Abbiamo litigato ancora. Rimandato la partenza, mentre il figlio restava con lei. Litigato ancora, una volta di troppo, le parole oltre quel sottile limite dove, contro la volontà di tutti, si rompe qualcosa. Un attimo prima affronteresti un drago con un punteruolo per lei, un attimo dopo non te ne importa più niente ed è finita.
    
    E la vacanza era saltata. Avevo resistito per tutto agosto, mentre intorno a me si alternavano pallide partenze ed abbronzati ritorni dai volti distesi, fonti inesauribili di racconti di bikini, mari cristallini e conquiste durate lo spazio di una notte.
    
    Avevo bisogno di riposo. Chiesi le ferie. Non avevo dove andare, ero solo.
    
    E adesso, mentre il sole tramontava di fronte a me, ero diretto al posto che odiavo, al simbolo della mia sconfitta. Mi beavo della mia depressione e pregustavo il misto di meditazione zen e autocommiserazione che mi avrebbe atteso per le successive due settimane in quella specie di monastero di clausura alla fine dello sterrato, chiuso tra la pineta fitta e una piccola striscia di sabbia.
    
    Non sapevo se essere sollevato o terrorizzato.
    
    Un olivo nodoso sulla sinistra, svoltai con prudenza, la strada si fece brulla e sterrata, era peggio di come la ricordassi. Una volta all’anno andavo a dare una pulita, quasi un rito noioso. Di solito, al ritorno dalle vacanze.
    
    Mentre la macchina sobbalzava ...
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