1. Due ragazzine in cerca d’autore


    Data: 01/04/2021, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: Regenesis, Fonte: RaccontiMilu

    ... non capivo cosa.
    
    – Cosa vuoi per non chiamare la polizia?
    
    – Mi sa che tu l’hai capito.
    
    Di nuovo quella risatina, a stento trattenuta adesso. Lo sguardo fisso sull’altra ragazza che la guardava senza capire.
    
    – Eh… – disse – Capire l’ho capito ma… Mi sa che qui c’è un problema.
    
    – Che hai capito Clarè?
    
    – Stai zitta che è meglio. Vabbé, io sono Clara, ma tutti mi chiamano Claretta. Questa scimunita qui è mia… – si fermò, di nuovo quella risatina, come se stesse preparando uno scherzo e non riuscisse a trattenere l’ilarità. Ero curioso, e incuriosito. – Sorella Martina.
    
    Martina, Dio solo sa perché, si fece tutta rossa, avvampando vistosamente, e mi guardò con gli occhi spalancati. Claretta riprese a parlare, la voce un po’ rassegnata, anche se ogni tanto lanciava degli sguardi d’intesa alla sorella:
    
    – Martina, stammi a sentire, questo qui la polizia non la chiama. Però dobbiamo dargli qualcosa in cambio, hai capito Martina?
    
    La ragazzina guardò prima me, poi la sorella…
    
    – Ma che significa?
    
    – Martina bella, e significa che ce lo dobbiamo scopare, hai capito?
    
    La brunetta, da tutta rossa che era, sbiancò in un battito di ciglia. – Ma io non l’ho mai fatto!
    
    – E pazienza Martina, per tutto c’è una prima volta, vuol dire che così magari ti schiarirai un po’ le idee…
    
    E scoppiò a ridere.
    
    Due sorelle. Due ragazzine. Una era una puttanella sfrontata, l’altra una verginella mezza scema. Non potevo credere alla mia fortuna. Sentivo che avrebbero ...
    ... fatto tutto quello che avrei chiesto loro. La sensazione di potenza scese dal cervello lungo la spina dorsale, come un brivido, dritta sul cazzo. Sentii che diventava duro dietro i jeans. Era ora di riprendere il controllo della situazione.
    
    – Smettila di ridere e vieni qua. In ginocchio. – mi avvicinai alla bruna, la patta all’altezza del suo viso. Lei mi guardò, il viso pallido, la bocca mezza spalancata. Inutile sperare che quella verginella sapesse cosa fare. Mi sbottonai i jeans e tirai fuori l’uccello dalle mutande.
    
    Lei sobbalzò, riprendendo a singhiozzare, gli occhi sbarrati. Clara era arrivata e, senza che le dovessi dire niente, prese in mano il mio pisello e lo baciò. Poi, lentamente, cominciò ad ingoiarlo. Mi gustai la sensazione di umido calore che mi stava circondando il cazzo. Si staccò e sorrise, sempre tenendolo in mano.
    
    – Bel cazzo.
    
    Piccola troia senza pudore.
    
    Guardò la sorella, che fissava il tutto come istupidita, l’attirò a sé e la baciò. Poi le avvicinò la testa alla mia cappella.
    
    Sempre ridacchiando disse:
    
    – Cazzo, questa è Martina. Martina, questo è il cazzo. Gran bel cazzo, tra l’altro. Spero che questo sia l’inizio di un lungo e proficuo rapporto.
    
    Quella specie di cerimonia mi fece ridacchiare, ed eccitare. Mi spinsi in avanti, la cappella sulle labbra virginali. Chiuse, ma non serrate. Spinsi un po’, la bocca si schiuse, Sentii il calore e la morbidezza della lingua sulla punta dell’uccello. Spinsi. Più a fondo. E ancora. Una ...
«1...345...8»