1. zia Marta


    Data: 26/03/2021, Categorie: Etero Incesti Autore: Pensieri_Osceni, Fonte: RaccontiMilu

    Zia Marta mi accolse in top rosa e con gli short cortissimi. Erano di jeans, stretti e così striminziti che le si intravedevano le natiche bianche sopra le gambe tornite e abbronzate.
    
    Li aveva passati i quaranta, e non da poco. Non glielo chiesi mai direttamente ma seppi che era addirittura più vicino ai cinquanta. Il fisico però lo conservava come quello di una fresca trentenne. Una giusta via di mezzo tra l’elasticità delle ragazzine e la cadente morbidezza delle donne mature. Non era un gran pezzo di femmina, nel senso dell’altezza, non era una stangona, anzi, era più bassa della media e non arrivava all’uno e sessanta ma era un tipino molto energico, deciso, pragmatico e frenetico (e non poteva non esserlo, con due preadolescenti da tirar su e un marito sempre in giro per lavoro e che portava a casa un salario appena dignitoso) e sapeva sfoderare una straordinaria sensualità. Muscoli guizzanti addolciti e incorniciati da quelle giuste dosi di grasso sui fianchi e nei glutei, a renderla proprio un bello e generoso bocconcino. Talmente estroversa e brillante che la presi in simpatia fin da subito, cio&egrave da quando ero un frugoletto di sette anni e zio ce la fece conoscere. Con il passare del tempo presi ad apprezzare anche l’aspetto fisico e così oltre a mantenere un rapporto molto confidenziale iniziai a farci su pensieri sempre più arditi e sfacciati, immaginando
    
    questa energica donnina così infoiata da riuscire a spompare persino un marcantonio. E del mio ...
    ... interesse sempre più evidente finì per accorgersene.
    
    Iniziai a fare di zia Marta la protagonista dei miei sogni proibiti da adolescente in esubero ormonale; la protagonista delle mie quotidiane sborrate chiuso nel bagno di casa o nei cessi della scuola. Lei comprese tutto e, consapevole che fosse uno stadio normale della crescita, sorvolò bonariamente sopra le mie occhiate impudenti e spesso insistenti; ma solo quando ho raggiunto una fase accettabile dello sviluppo (due mesi fa, a diciott’anni) che zia Marta ha iniziato ad accogliere quei miei sguardi con interesse e a ricambiarli con un certo ”appetito”.
    
    Quella mattina mi accolse con un sorriso, portandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli che dondolava ribelle davanti un occhio, e si appoggiò al portone semiaperto.
    
    Mi salutò subito e impostando la parlata, così da farmi capire che non era da sola. Dovetti quindi trattenere le battute maliziose e limitarmi a un ‘Ciao’ che ricambiò, mostrandomi però con uno sguardo e un sorrisetto malandrini tutta la pazzia che si era impossessata di noi da una settimana e che avevamo una gran voglia di sfogare.
    
    Quella volta le osservai più attentamente il volto e mi accorsi che là, nelle rughette sotto gli occhi e in quelle che si formavano ai lati delle labbra carnose, si svelavano quegli anni in più che invece il tempo aveva celato altrove. Non fu per niente una scoperta sgradevole anzi, la resero ancor più attraente di quanto non fosse già; quei segni del tempo la ...
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