1. Schiava, succube o che altro? Scrivo per capire me stessa, aiutatemi se potete.


    Data: 22/03/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: chiodino, Fonte: RaccontiMilu

    ... avambracci gli offro in segno di sottomissione le reni nude. Il glande bagnato solo della mia saliva mi forza ed il dolore è tanto da farmi quasi svenire, deve reggermi, ma non si arresta, penetra sempre di più incurante dei miei gemiti e della mia sofferenza.
    
    Indifferente alla mia sofferenza la verga segna il mio corpo, a lungo. Insiste sui seni, ne l’ interno delle cosce, sulle natiche. Coglie la primizia, la mia verginità, con indifferenza. Capisco in quel momento di essermi conservata per Lui. Sarò sua per sempre.
    
    Le mie conoscenze della lingua si sono accresciute di parecchio ma è cresciuta la paura di dover sopportare le esigenze di un Padrone. La paura del pene.
    
    Sullo schermo uno schema geometrico compare al centro, cresce fino ad occuparlo interamente per poi essere sostituito…
    
    Pazienza, sempre pazienza, a volte una pazienza di molti minuti, come oggi.
    
    Padrone o Padrona? Padrona. Immedesimarmi in Jolie mi piaceva; quando per la ennesima volta ho cercato la mia eroina, non la ho più trovata ed ho pianto. Non ho trovato più Lui, non ho più trovato Jolie. Altre ‘eroine’ si, ma non era la stessa cosa. Siti americani, francesi od italiani…preferisco questi…per la lingua. Giro per i diversi siti, racconto palle ben costruite, son diventata brava in questo, ma non è la stessa cosa. Frequento i siti in cui donne come me… non esageriamo, ragazze, si offrono come schiave, poche a dire la verità, sono molto più numerosi i maschi che cercano una schiava. E’ come ...
    ... si presentano questi aspiranti padroni a preoccuparmi. Sono tutti stalloni da monta, presuntuosi. Ce lo hanno tutti lunghi un chilometro, grosso come un paracarro. Promettono tutti di farti godere fino ad urlare…eccola, è lei, la Padrona.
    
    Forse la Padrona, ma, a questo punto…si, la mia Padrona.
    
    Sorrido un poco, non le ho reso le cose troppo facili. Mi corre dietro da mesi. CON LEI.
    
    ………
    
    Una via come tante a Milano. Una ragazza come tante, normale, carina, formosetta, bella sopratutto dei suoi diciotto anni, della sua giovinezza. Veste forse con più cura di altre: impiegate in pausa o studentesse in pantaloni che come lei si trascinano appresso i libri dopo una mattinata a scuola. Sa dove andare. C’ è già stata, ha esplorato il terreno la sera prima, ora però è titubante. Un conto sono le fantasie costruite sul niente, solo fantasmi elettronici, fantasie appunto, un conto… Spegni l’ interruttore si era detta più volte nel recente passato in situazioni non molto diverse e portate troppo avanti, quando temeva che la cosa le sfuggisse di mano o diventasse pericolosa. Non hai più dodici o tredici anni come ai tempi delle prime scorribande su internet e non hai più la beata incoscienza di allora. Qualcosa ho pure imparato si ripete da giorni. Ora però vorrebbe dire spegnere tutto, rinunciare a tutto. Vuole ma non vuole, anzi vorrebbe ma ne è intimorita. Teme che l’ interruttore in seguito non sia più a sua disposizione. Dopo la ultima ora, ginnastica, nello spogliatoio ...
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