1. Schiava, succube o che altro? Scrivo per capire me stessa, aiutatemi se potete.


    Data: 22/03/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: chiodino, Fonte: RaccontiMilu

    ... ubbidiente e felice, di esitare nel togliermi la camicetta e la gonna, sono sempre vestita così, ora indosso solo le mutandine ed il reggiseno rosa con i pizzi, bellissimi. Li ho ammirati e desiderati inutilmente, in una vetrina del centro. Il Lui di turno, ma è sempre lo stesso uomo, un uomo ancora giovane, mi fissa con un leggero sorriso soddisfatto. Bello, giovane ma non giovanissimo, biondo e volitivo. Non voglio che pensi a me come ad una puttana e fingo di esitare, troppo persino e Lui si scurisce in volto, il sorriso scompare. Schiocca le dita. Un brivido di paura e di eccitazione. Lentamente ma senza fermarmi porto le mani al gancetto tra le scapole, scopro il seno perfetto. Lentamente le mutandine scendono lungo le cosce, e poi giù oltre le ginocchia fino alle caviglie… Roteo su me stessa mostrando i fianchi ed il sedere perfetti, orgogliosamente e senza vergogna. Senza che me lo chieda sono in ginocchio. So già cosa dovrò fare a questo punto…il più delle volte, almeno a l’ inizio, mi fermavo qui. Il resto non mi era del tutto chiaro, non mi convinceva del tutto.
    
    Volevo, dovevo ‘appartenere’. Ho esitato a lungo, per anni incerta se preferire, se possibile scegliere, un Padrone od una Padrona. Certamente i Padroni hanno quello che alle altre manca, ma condividevo…insomma avevo, almeno a l’ inizio non poche paure in merito. Paure dettate dalle mie scarsissime e troppo confuse idee in materia.
    
    Mi vedevo la eroina di un cineromanzo, purtroppo in francese, che ho ...
    ... guardato una infinità di volte.
    
    Conoscevo discretamente bene il francese, le suore me lo avevano fatto studiare per cinque anni alle elementari. Capivo quello che era scritto inframezzato ai brevi filmati, e le parole che le suore non mi avevano insegnato le guardavo sul dizionario online. Più difficile, quasi impossibile capire il sonoro, ma col tempo, ascoltando e riascoltando…
    
    Si chiamava Jolie e Jolie sono io. Salgo con il cuore in gola le rampe di scale fino a l’ ultimo piano del vecchio palazzo. Sul ballatoio si apre solo una porta a doppio battente, suono, compare Lui. Sei venuta in ritardo, sarai punita. Non è vero ma taccio perchè è’ terrore puro che sovrasta persino la felicità di essere finalmente ai suoi piedi. Si, è bello, bellissimo ed io sono inginocchiata sullo zerbino con le mani dietro la schiena. Punge lo zerbino, non bado neppure a cosa ci sia oltre la porta interna…si, rispondo, accetto qualsiasi cosa, sono la vostra schiava. Imparerai a comportarti come una brava schiava? Si Padrone. Ho chattato con Lui abbastanza da sapere almeno come rivolgermi al Padrone e ad interpretare il cenno imperioso. Ho dato con successo in questi giorni il mio bacaloreat, la maturità. Non sono una bambina. Slaccio la vestaglia scostandone i lembi e mi appare la sua mascolinità maestosa che bacio. Poggiarvi le labbra è la prima parte della mia investitura di schiava ma non basta, la ‘accolade’ la consumo sullo zerbino prima ancora di entrare.
    
    La fronte poggiata sugli ...
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