1. Storia dei giorni nostri


    Data: 21/01/2018, Categorie: Incesti Trans Autore: Doctorm, Fonte: RaccontiMilu

    ... di poter lavorare e automantenermi, riuscendoci per qualche mese, prima di perdere il lavoro e finire ben presto i soldi. Non potei che andare dai parenti più prossimi e iniziai dalla cugina di mio padre, Maria, una persona che da sempre è stata raccontata come stravagante e particolarmente distante dai modi e dal fare della mia famiglia.
    
    Mi informai e andai al palazzo suonando così al citofono, presentandomi come il figlio del lontano cugino (con la voce più profonda che mi riusciva), e salii con il cuore in gola e la paura di esser cacciata in malo modo.
    
    Aprì la porta e mi squadrò per qualche secondo «Entra stavo preparando il caffè- non riuscii nemmeno ad aprire bocca- mi raccomando chiudi la porta non voglio che entrino persone strane»
    
    «Ma…» rimango interdetta mentre la raggiungo in cucina dove stava versando il caffè in due tazzine fumanti «non mi cacci?» furono le sole parole che riuscii a dire
    
    «Conosco tuo padre e ho anche io parenti dalle tue parti. So più o meno tutta la storia e non mi sono mai formalizzata in vita mia, pensa se lo facessi ora a 60 e passa anni»
    
    Solo ora notavo come fosse veramente una 60enne con la non paura di mostrare i suoi anni, il suo seno cadente o il suo culo un po’ grosso. Una camicetta e un pantalone con delle comode ciabatte la rendevano così mamma, così nonna. L’abbracciai e lei mi accolse senza avere nessun tipo di esitazione.
    
    Le raccontai tutto: dai 16 fino a quando decisi di andare in quella città sperando di ...
    ... potermi muovere con i miei piedi. Arrivata al punto dei soldi le chiesi solamente se aveva qualcuno a cui serviva che so una badante o comunque qualsiasi lavoro pur di poter star in quella città-
    
    «Io sono sola quindi intanto vieni a vivere qui finchè non puoi camminare realmente con le tue gambe, poi cerchiamo un lavoro».
    
    Era la prima volta che sentivo una casa come la mia casa. Dopo essermi stabilità lì iniziai a lavorare come barista da una sua amica che mi teneva a sua volta il gioco. Uscivo poco è vero, ma avevo trovato una serenità totalmente nuova per me, non avevo più voglia di fuggire, anzi non vedevo l’ora per poter tornare dalla zia (oramai si faceva chiamare così) e raccontare dei ragazzi che mi adocchiavano o comunque tenerci compagnia.
    
    Non riuscivo proprio a capire dove fosse la sua stravaganza, anzi la trovavo così normale. Tanto legammo che mi presentò suo figlio con tutta la famiglia, ai quali raccontò la mia storia e i quali si offrirono di darmi una mano.
    
    Una sera ero in pigiama (canottiera e pantaloncini corti senza nessun tipo di intimo che mi da fastidio) a casa e mi stavo dirigendo verso la camera da letto quando passai dinnanzi alla porta e notai la zia nuda e in posizione prona mentre cercava di farsi un clistere, facendo molta fatica vista comunque l’età-
    
    «Zia hai problemi di stomaco? Vuoi che te la faccia io?»
    
    «No no sono consona usarli mi piace tenermi pulita e…» rimase in silenzio per qualche istante
    
    «e?»
    
    «Niente mi eccita sentire ...
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