1. Storia dei giorni nostri


    Data: 21/01/2018, Categorie: Incesti Trans Autore: Doctorm, Fonte: RaccontiMilu

    ... tutto il viaggio in metro con lei a chiacchierare e la coincidenza volle che abitasse vicino a casa mia e che, come avevo sospettato, si era traferita da poco dalla Sicilia e non aveva fatto ancora amicizia avendo comunque un carattere schivo.
    
    Ad inizio della settimana successiva, gli incontri al parco con Beatrice, così si chiamava, avvenivamo quotidianamente con intense chiacchierate e scambi di commenti sui ragazzi (a dir la verità veramente pochi) che venivano a sostare in quel periodo. Il venerdì della stessa settimana stavamo per andarcene quando Bea mi fermò un istante.
    
    «Senti Claudia domani è sabato e lavoro mezza giornata, ti va di venire a pranzo da me e poi il pomeriggio andiamo a fare un po’ di shopping?»
    
    «Certo mi fa molto piacere- le dico io allegra- ovviamente mi devo vestire da caccia alla preda» non riesco a finire la frase che ridiamo insieme per la stupidaggine.
    
    Il giorno dopo l’attendo alla fermata della metro dove lei scende di solito, vestita con una magliettina scollata un pantalone non troppo aderente e un giacchetto, aspettando lei che si presentò con una minigonna da urlo e una canottiera aderentissima che provocava sguardi arrapati da parte dei maschi e invidiosi da parte delle donne.
    
    Mi accompagnò a casa sua, un appartamento di pochi metri quadri con cucina e sala insieme, la camera da letto e il bagno. Ci prepariamo spaghetti col pachino innaffiati da vino, tanto, forse troppo così da trovarmi brilla io e un po’ meno ubriaca lei ...
    ... arrivando a parlare delle cose più disparate.
    
    «Bea devo confessarti una cosa. Dalla prima volta che ti ho vista odio le tue tette il tuo culo e le tue labbra, se non fossi così simpatica ti odierei come le donne che ti vedevano usci dalla metro»
    
    «Pensa che non sono tutte cose mie ammette ridendo- solo il culo è frutto di allenamento, le labbra e il seno sono rifatti» ridendo divertita
    
    «E io che li volevo tocca da quanto erano belli. Ciò non cambia che ti invidio, i maschi ti scoperebbero sul marciapiede»
    
    «Ma non è vero- si schernì lei- io per esempio ti invidio il carattere, sai mettere di buon umore e non sei chiusa come una scatola a differenza mia. E poi- disse ridendo- chi ti vieta di toccarmi le tette?» togliendosi così la canottiera e mostrandomele così come erano.
    
    Rimasi a bocca aperta e non seppi cosa fare fino al momento in cui lei si alzò e avvicinandosi me le mise praticamente in faccia. Le toccai, piano, ed erano bellissime così tonde e sode, per nulla “finte” al tatto, con due capezzoli piccoli però ma allo stesso tempo durissimi. Devo ammettere che il viso era diventato di fuoco imbarazzandomi tanto che ritrassi le mani non sapendo dove metterle. Lei si abbasso portando i suoi occhi all’altezza dei miei e fissandomi, con quei due fari color nocciola, portando le sue mani sotto la mia maglietta, scostare il reggiseno e strizzare i miei seni, giocandoci come se fossero delle pagnottelle di pane da impastare.
    
    Sto per dirle che non ho mai avuto un ...
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