Papa’, il diavolo e io: prologo - Racconti Erotici

Papa’, il diavolo e io: prologo

PREMESSA

Vi avverto, non è una storiella da sega veloce, ma è molto più intrigante :P

Pubblicherò un capitolo a settimana; siete invitati a inviarmi commenti tramite email, nel caso in cui la serie vi piaccia o abbiate critiche da muovermi (

). Buona lettura! ;D

PAPA’, IL DIAVOLO E IO: PROLOGO

“Fallo” gli sussurrò la voce all’ orecchio. Drake si era ritrovato in ginocchio, davanti a suo figlio. Lo guardò. Lo fissò negli occhi, cercando di capire se ciò che vi leggeva era terrore o completa sottomissione.

"Daglielo," gli ordinò la voce, "E’ ciò che più desideri."

Drake si sentì abbandonato da ogni razionalità. Quella seducente voce lo stava spingendo a fare la più deprecabile e immorale cosa che ci si può aspettare da un padre verso un figlio.

Ma l’idea gli piaceva. Cazzo se gli piaceva.

**********Qualche giorno prima*********

Giorno 1, primo pomeriggio - Anno: Estate del 1990 - Location: Dallas, Officina di Drake

Drake era un uomo buono e un abile meccanico alla soglia dei 39 anni. Trascorreva l’intera giornata nella sua officina, alle prese con le auto della piccola cittadina in cui era nato e cresciuto. Aveva avuto un paio di impiegati, tutti volenterosi, ma nessuno capiva le auto come faceva lui.

Figlio di un bastardo che aveva abbondonato la madre dopo averla messa incinta, aveva vissuto da sempre nella casa dei nonni materni, i quali avevano accolto la figlia una volta scoperta la gravidanza e successivamente lui, dopo la dipartita ...

... di colei che lo aveva messo al mondo. Morti in un incidente anche i genitori adottivi, aveva iniziato l’attività di meccanico a 20 anni appena compiuti. Pensava di essere sulla cresta dell’onda, con una ragazza al suo fianco e le promesse per una futura carriera da battitore.

La storia, però, si era ripetuta. Era stato talmente idiota da mettere incinta la sua fidanzata, una puttanella che, partorito il pargolo, si era trasferita e lo aveva lasciato con un figlio neonato e una casa da mandare avanti.

Aveva quindi dovuto abbandonare i sogni di gioventù, la promettente carriera nel baseball, e dedicarsi all’officina per tirare avanti baracca e burattini.

Suo figlio si chiamava Adam. Non ricordava perché avesse optato proprio per quel nome, ma lo aveva trovato perfetto per il neonato. Erano passati vari anni e il 18mo compleanno del figlio si stava avvicinando; da buon padre-meccanico, stava lavorando a una vecchia ma sinuosa Pontiac Firebird, il regalo per il pargolo quasi maggiorenne.

Quel pomeriggio stava sistemando motore del gioiellino ed era talmente assorto da non sentire l’uomo che si avvicinava alla postazione.

"Cazzo!" esclamò il meccanico, colto alla sprovvista. “Mi scusi, non l’avevo sentita arrivare”.

"Non si preoccupi, sono io che avrei dovuto annunciarmi in qualche modo." I suoi occhi brillarono quando entrarono in contatto con quelli di Drake.

"Cosa posso fare per lei?" chiese Drake.

"Vede, stavo attraversando la città in direzione di ...