1. Prima notte di una puttana


    Data: 12/02/2021, Categorie: Erotici Racconti Etero Autore: iprimipassi, Fonte: RaccontiMilu

    Il furgoncino bianco che le aveva portate fin lì si allontanava rapidamente, diventando sempre più piccolo sino a scomparire oltre l’orizzonte. Il sole iniziava a calare, celandosi dietro gli alberi della sterminata campagna circostante, e Briana fissava con sguardo vacuo il cielo al tramonto, tinto d’arancione. Sarebbe stato uno spettacolo bellissimo, pensò, se non avesse dovuto assistervi con la morte nel cuore.
    
    ‘Ehi, vieni a darmi una mano a sistemare!’, le intimò una voce autoritaria alle sue spalle.
    
    Si voltò e si diresse, tenendo lo sguardo basso, verso quella donna volgare ed appariscente di nome Gratiela. Briana la trovava rivoltante, ma i camionisti in transito sulla statale non dovevano pensarla allo stesso modo, dato che lei era tra le più redditizie prostitute al servizio di Alfredo. Di per sé era anche una bella donna. Sulla quarantina, alta almeno un metro e settanta, con lunghi capelli biondi, occhi chiari e labbra carnose su un corpo non troppo formoso, ma sodo e abbronzato. Ciò che, però, Briana non riusciva a comprendere era il suo atteggiamento. Lavorava sulla strada da vent’anni e, per come ne parlava, il farsi sbattere da clienti e papponi sembrava addirittura piacerle. La sua lealtà nei confronti di Alfredo e la sua lunga esperienza erano tali che ormai era diventata una sorta di sentinella: l’uomo le affidava le novizie più problematiche per insegnargli il mestiere e per vegliare su di loro fin quando non si fossero rese autonome e non avessero ...
    ... acquisito la pratica necessaria ad evitare i rischi. Briana era una di queste, al suo primo giorno di lavoro.
    
    Le due sistemarono le sedie in prossimità della strada e poi andarono a raccogliere assi di legno, rami secchi e qualsiasi altra cosa con cui avrebbero potuto accendere un falò quando il buio della notte le avrebbe inghiottite e se il freddo avesse intirizzito i loro corpi.
    
    Non passò neanche mezz’ora, che Briana avvertì accostare dietro di sé un grosso camion. ‘Ecco, ci siamo’, pensò. Si voltò di scatto e vide un rozzo conducente sporgersi dal finestrino del lato passeggero ed emettere un sonoro fischio di ammirazione rivolto a Gratiela. Il cuore le batteva come un tamburo. Gratiela si voltò e si avvicinò al camion. L’uomo ruppe il silenzio: ‘Guarda chi si rivede, la mia puttana preferita! Dove ti eri cacciata?’, chiese. ‘Amore! Da quanto tempo!’, replicò, in tono amichevole, Gratiela. ‘Non ho lavorato in questa settimana, ho avuto da fare con la nuova’, continuò, facendo un cenno verso Briana, ‘Ma se vuoi mi faccio perdonare subito’, concluse civettuola. ‘Spiacente tesoro, oggi vado di fretta, sono già in ritardo ‘. Gratiela parve non ascoltarlo, aprì lo sportello del camion e si infilò sul sedile del passeggero, afferrando il membro del camionista attraverso i jeans. ‘Neanche un lavoretto di bocca?’, chiese, facendo scorrere la lingua sul labbro superiore. Sul volto dell’uomo comparve un ghigno. ‘Potevi far solo la puttana tu. Ok, mi hai convinto, lo sai che mi ...
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