1. Greta, schiava di Gladius


    Data: 20/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: gladius, Fonte: RaccontiMilu

    ... piegati in avanti”.
    
    Feci come aveva ordinato. Avevo il culo proprio davanti alla sua faccia.
    
    “Allarga le gambe” mi disse. Feci anche questo, poi lo sentii alzarsi, venne di fronte a me e feci per raddrizzarmi ma lui si arrabbiò. “Ti ho forse detto di alzarti?” “No, padrone” e mi rimisi piegata. “Così non va” disse lui “Qui c’è bisogno di una punizione altrimenti non imparerai mai ad essere educata”.
    
    “Togliti le mutandine, puoi raddrizzarti per farlo ma poi devi rimetterti così”
    
    Feci come aveva detto, lui si sfilò la cintura e si mise dietro di me.
    
    “Ad ogni colpo, voglio che conti ad alta voce” disse.
    
    Colpo? pensai. Non vorrà mica frustarmi con la cintura?
    
    Non feci in tempo a finire quel pensiero che subito un colpo si abbattè sul mio culo.
    
    Dalla sorpresa e dal dolore dimenticai di contare.
    
    “Ti ho detto di contare!” gridò lui e subitò mi colpì di nuovo, “Due!” gridai.
    
    Sentivo le chiappe bruciare per quei due colpi così forti e mi lasciai sfuggire un lamento di dolore. “Zitta e conta!” ordinò lui.
    
    Mi colpì 20 volte in tutto, poi mi fece alzare e guardare il mio culo ad uno specchio. Era tutto arrossato e mi bruciava ma non osai dire nulla.
    
    “Sei stata punita perchè hai fatto un errore. Pensi di esserti meritata la punizione?” chiese.
    
    Dopo qualche attimo di silenzio risposi “Sì, padrone”.
    
    Dopo mi fece togliere il reggiseno e si sedette di nuovo sul divano ad osservarmi.
    
    Notò che avevo la figa rasata, fatta eccezione per una sottile ...
    ... linea verticale sul monte di venere.
    
    “Dalla prossima volta devi essere rasata completamente, capito?”.
    
    “Sì, padrone”.
    
    Si alzò e prese a palparmi le tette con forza, strizzò i capezzoli tirandomi fuori un gemito di dolore misto a piacere, mi fece mettere le mani sopra la testa e allargare le gambe, poi mi ci ficcò una mano in mezzo e iniziò a sfregarmi la figa.
    
    Non ci misi molto a bagnarmi completamente e ad iniziare ad ansimare. Godevo a quel contatto con le sue mani grandi che mi stimolavano forte.
    
    “Aspetta qui” disse.
    
    Si assentò qualche minuto, quando tornò vidi che aveva qualcosa in mano, era una catena con un collare nero.
    
    Si avvicinò e me lo mise al collo, poi disse “Questo è il tuo collare da schiava, ogni volta che ci incontriamo dovrai sempre averlo indosso e appena mi vedi devi offrirmi la catena, capito?”
    
    “Sì, padrone”.
    
    Poi prese in mano l’estremità della catena e disse “Mettiti a 4 zampe”.
    
    Lo feci e lui iniziò a camminare tirandomi a sè.
    
    Mentre camminavo, nuda, a 4 zampe, con quel collare, capii che stavo vivendo la fantasia che avevo sempre desiderato, fare la schiava, essere il giocattolo sessuale di qualcuno. La cosa mi stava eccitando da morire. Era un desiderio che si stava realizzando…
    
    Mi condusse in una specie di cantina, in una stanza piuttosto grande col pavimento di cemento.
    
    Mi lasciò in mezzo alla stanza, mi tolse il collare, si diresse verso una parete e mi disse “Vieni qui”.
    
    Lo raggiunsi, sempre a 4 zampe e rimasi ...
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