1. UNA SCOLARA SPECIALE – IL PRIMO ESAME – 6


    Data: 17/01/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu

    ... alcun problema, lo fasciai in un fazzolettino e glielo diedi. “Questa mattina mi sono fatta una lavanda.”
    
    Lei apri un cassetto lo prese e me lo porse mentre io ero ancora china, lo inumidii mettendolo in bocca e in un attimo lo sistemai.
    
    Quando mi rialzai mi fermai immobile davanti a lei e ci ritrovammo a guardarci fisse negli occhi.
    
    Non riuscimmo a guardarci per più di una manciata di secondi perché, come se ci fossimo segretamente accordate, cominciammo a ridere e abbracciandoci ci scambiammo un lungo e lascivo bacio.
    
    No, non era lascivo. Quel bacio tra noi aveva acquistato un significato diverso. Quello scambio di lingue e salive era il nostro modo di dimostrare all’altra tutta la nostra affinità affettiva, offrendoci a vicenda la nostra intimità, anche se poi il risultato finale, almeno per me, era quella di farmi gonfiare i capezzoli e risvegliare in me un ignoto prurito tra le gambe. In effetti, forse un po’ di lascivia c’era in quel bacio.
    
    “Aspetta. Siediti un attimo alla toeletta e girati verso di me.”
    
    Prese un beauty case e lo posò accanto a me sul ripiano di vetro.
    
    “Ti ho tolto tutto il rossetto e dobbiamo rimediare.”
    
    Il rossetto tuttavia fu l’ultima cosa che mi sistemò e dopo parecchi minuti:
    
    “Ecco, ho finito. Guardati!”
    
    Mi guardai stralunata. Ero uno schianto.
    
    “Non immaginavo davvero che fossi così brava.”
    
    Le mie labbra erano rosse come il fuoco. Io non avrei mai comprato un rossetto così, ma era terribilmente ...
    ... accattivante e mi stava bene; dava vivacità e un’aggressività rapace al mio volto.
    
    “Ma come hai fatto?”
    
    Sentii ancora suonare alla porta, ma lei non parve aver udito e anch’io ignorai la cosa.
    
    Gli occhi poi, erano il suo capolavoro. Aveva sfumato il nero sulle palpebre in ombre magistrali. Non rendendoli più scuri, ma più penetranti ed intriganti; direi più viziosi, e con quelle sfumature di ombretto dorato, dosate con quello blu pastel, mi vedevo come una principessa egiziana in attesa di compiacere il faraone. Aveva dosato le sfumature del trucco rendendomi il viso più affusolato. Non sembravo più io e di certo l’aspetto d’insieme non era certo peggiorato. Indossando la mascherina avrei coperto una buona parte del mio viso. Peccato! Arrivai a pensare che con quel trucco nemmeno io avrei saputo riconoscermi se mi fossi avventurata
    
    di là, senza la mascherina, ma abbandonai subito quella balzana idea che scomparve dalla mia mente con la stessa velocità con la quale mi era venuta.
    
    “Siamo pronte? Mettiti anche la maschera che possiamo incrociare altre persone.”
    
    “Dammi una mano a indossarla. Ho paura di sbavarmi il trucco.”
    
    “Ecco fatto; andiamo.”
    
    Quando entrammo nel salottino sentii provenire dall’altra parte un vocio allegro e scherzoso. Ma chi c’era? Luana aprì la porta sulla reception ed ebbi subito l’impressione di una gran quantità di persone e fui nuovamente sopraffatta dall’agitazione e dalla paura.
    
    “Buongiorno signori questa è Maona.
    
    Maona ...
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