1. UNA SCOLARA SPECIALE – IL PRIMO ESAME – 6


    Data: 17/01/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu

    Quella notte dormii poco e male. Più di una volta mi ero impedita di muovermi nel letto nonostante mi sentissi irrequieta, per non far trapelare a Francesco la mia inquietudine. Tra di noi avevamo sempre parlato molto di ogni argomento e parlavamo ancora molto, ma ora sentivo che qualcosa si stava incrinando e certi argomenti non venivano più affrontati. Era solo una sensazione, ma ero quasi certa che non fosse dovuta alla mia condizione di prostrazione per quel periodo scellerato; quella storia ci stava pian piano logorando. Quel giorno anch’io feci colazione con lui per risparmiare tempo e quando mi diede un bacio, guardandomi mesto mentre prendeva l’uscio per uscire, mi venne il magone. Non capivo bene se stavo prendendo in giro anche me, ma nonostante fossi fermamente convinta che non sarei andata da Luana nella pausa pranzo, stavo predisponendo tutto, come se avessi invece già deciso diversamente. La sera precedente avevo persino trovato il tempo per passare dal negozio di sanitari per comprare l’occorrente per fare un clistere. Era qualcosa che non avevo mai fatto e quando ero bambina, ma allora era la mamma che provvedeva con una minuscola peretta. Dovevo far presto se volevo salvare il mio matrimonio. Misi un pentolino d’acqua sul fuoco, mi tolsi il plug anale che non creò alcun problema e preparai l’occorrente per la mia lavanda intestinale. Quando infilai la cannula, immaginai che quell’appendice lunga e sottile potesse essere qualcosa di diverso e mi scoprii ...
    ... a immaginarne l’effetto pensando che fosse qualcosa che il giorno prima avevo anche già assaporato che non era poi così mortificante come ricordavo; anzi tutt’altro. Passai tutta la mattinata in negozio a ripetermi che no, non ci sarei andata! E quando arrivò l’ora della mia pausa, ruppi gli indugi con me stessa e accettai la verità che in fondo avevo sempre conosciuto, ma che fingevo, da atavica moralista, di considerarla come una macchia e un disonore anziché la mia unica ancora di salvezza.
    
    Quando suonai alla porta venne Luana ad aprirmi col solito camice bianco. Ci guardammo immobili e silenziose sulla soglia un attimo di troppo, ambedue col cipiglio severo. Non ci eravamo nemmeno salutate. Stanca entrai senza dire una parola e mi diressi verso la camera da letto, entrando nella zona privata. Tutto era in ordine, con sul letto il mio corpetto stirato e profumato di pulito e un paio di calze nuove. Aveva già preparato tutto. Cominciai a spogliarmi, mentre lei mi guardava appoggiata alla porta della camera e quando fui nuda le rivolsi un’occhiata incrociando i nostri sguardi. Indossai il corsetto e le calze, regolando bene che la riga dietro fosse diritta. In quell’attimo sentii suonare, ma lei non si mosse e non mi mossi neppure io; non volevo darle la soddisfazione di mostrarmi titubante, manifestando il mio cambio di umore. Poi mi sedetti sulla sponda del letto e calzai le scarpe.
    
    “Avrei bisogno del gioiello.”
    
    E accosciandomi tolsi quello che avevo senza ...
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