1. Come iniziò


    Data: 16/01/2021, Categorie: Etero Incesti Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... saputo poco e niente. Ma tu… Tu puoi fare molto di più. Quindi te lo chiedo di nuovo: cosa vuoi?-.
    
    Il tempo parve dilatarsi. Vaas sorrise.
    
    -Voglio tutto. Voglio donne, potere, voglio essere… libero.-, disse.
    
    -Libero?-, chiese l’uomo.
    
    -Libero da…-, Vaas non riuscì a continuare. Non riusciva a dire il suo nome. Anche se avrebbe dovuto.
    
    -Libero da qualcuno? E forse vuoi poterlo uccidere, questo qualcuno, eh? Perché, si da il caso che possiamo lavorarci ma prima possiamo presentarci come persone civili.-, disse.
    
    -Il mio nome é Hoyt Volker.-, disse. Aveva occhi che parevano capaci di scrutare fin nell’animo di Vaas.
    
    -Vaas. Vaas Montenegro.-, rispose lui.
    
    -Bene… Vaas. Parlami dei tuoi amici selvaggi.-, disse Hoyt con un sorrisetto.
    
    -Cosa mi dai in cambio?-, chiese lui, -Sono stufo di essere il galoppino di turno per chiunque!-.
    
    -Oh, beh, se la metti così!-, Hoyt estrasse qualcosa dalla tasca. Una busta di qualcosa. Droga di qualche tipo, forse. Vaas sapeva che gli stranieri a volte usavano roba del genere. I Rakyat la disdegnavano, ritenendo la droga ciò che li abbassava a divenire degli animali senza cervello ma Vaas non si sentiva più molto Rakyat.
    
    Era stato un eroe ma non era bastato. Ora forse avrebbe dovuto far capire a Citra la portata del suo errore.
    
    -Dimmi ciò che sai… ed é tua. E non solo questa. Vedrai. Grazie a queste, diverrai invincibile.-, disse Hoyt.
    
    E Vaas prese a parlare. Hoyt annuì. Prese nota.
    
    E, al termine di tutta la ...
    ... conversazione, gli fece togliere le manette.
    
    -Ora sei pronto, Vaas. Sai, ci sono alcuni dei miei, gente indisciplinata e incapace che… ragionano più o meno come te. Ora… forse dovrei affidarteli. Forse dovresti avere un tuo esercito, no?-, chiese. Vaas non ci pensò neppure. Annuì sorridendo.
    
    -Allora vieni che te li presento.-, disse.
    
    Erano in venti. Gente con abiti casual, devastati dallo sguardo demente, armi a tracolla, tatuaggi da deficenti, espressioni da encefalogramma piatto.
    
    Ma a Vaas andavano bene. Avrebbe forgiato quegli idioti nel suo esercito. E avrebbe mostrato a Citra cosa voleva dire perdere. Annuì.
    
    -Per le prossime due notti, svagatevi pure. Ma poi voglio che torni sull’isola a Nord. E che incominci a far capire ai Rakyat da che parte gira il vento.-, disse Hoyt.
    
    Le successive due giornate passarono in un delirio di droga, allucinogeni e sesso che Vaas non sarebbe mai stato in grado di ricomporre. Non che gli importasse. Ricordava di aver posseduto due donne allo stesso tempo. Ricordava di aver bevuto birra a litri.
    
    Ricordava di aver sentito la coscienza sprofondare.
    
    Tutto ciò che restava era lui, Vaas. E il suo proposito.
    
    Per il giorno in cui dovette guidare i suoi, si era rasato i capelli facendosi una cresta, aveva sostituito i jeans con pantaloni militari ed aveva assunto tutt’altra prospettiva delle cose. Ora voleva tutto. E avrebbe avuto tutto!
    
    Poi qualcuno, un vecchio glielo disse.
    
    Era al bar Crazy Cock e il vecchio doveva ...