Come iniziò
Data: 16/01/2021,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... lui.-, disse Vaas. Sembrava deluso, infuriato. Citra gli sorrise.
-è solo un trastullo.-, disse.
-Credevo mi amassi!-, esclamò Vaas.
-Io ti amo, come un fratello.-, ribatté lei.
-Non mi sembra sia stato così qualche notte fa!-, esclamò il giovane. S’indicò la cicatrice.
-Questa me la sono fatta per te! Non conta un cazzo?!-, chiese. Rabbia. Pura. Citra ne fu travolta.
-Quello che speri non accadrà, Vaas. Accetta che ciò che é stato é stato e vai avanti.-, disse.
-MI RIFIUTO!-, l’ira di Vaas pareva uno tsunami, un’onda anomala. Citra mise una mano sul pugnale.
-Accetta e vattene, Vaas. Non farmelo ripetere.-.
Un confine era stato superato, lo capì. Ora, come detto dal vecchio Talmugai, Vaas avrebbe dovuto scegliere. Il giovane scosse il capo.
-Io ti amo, Citra. Ti amo! Hai capito?!-, ringhiò lui.
-Beh, io no.-, disse lei. Si voltò, lasciando Vaas a fissarla andarsene verso la corte interna del Tempio.
La rabbia di Vaas lo portò a isolarsi. Guardava l’oceano, pensava agli stranieri.
E decise. Non poteva avere Citra? Avrebbe avuto tutto il resto! Tutto! Decise. Avrebbe agito.
I mercenari pattugliavano il perimetro. Poi lo videro.
Un tizio con una canotta rossa e dei jeans scoloriti.
-Ehi? Posso parlarvi un istante?-, chiese.
Era fermo appena fuori dal perimetro esterno.
-Fermo o apriremo il fuoco!-, esclamò uno dei trooper.
-Voglio parlare col vostro capo. Ho parecchia roba da dirgli.-, disse il giovane.
-Polsi in ...
... avanti, neinte scherzi!-, esclamò uno dei mercenari. Gli infilarono delle manette.
-Ehi, non fate scherzi!-, esclamò.
-Ma chi? Noi? Mai!-, esclamò un’altro mercenario.
Poi girò la presa sull’arma e stordì il giovane. Si svegliò in una cella, frastornato dalla botta ricevuta.
Quanto tempo era passato? Non lo sapeva.
-Hey!-, urlò, -Voglio parlare col vostro capo!-, esclamò.
Niente. Nessuna risposta. Neanche un imprecazione.
Solo un dolore alla testa che gli rimbombava dentro.
Passò del tempo, forse qualche ora.
-Allora?-, chiese una voce.
-è lui.-, disse un uomo.
La porta si aprì. Vaas era ammanettato e guardò davanti a sé.
Un soldato gli puntava addosso una pistola. L’altro uomo invece indossava abiti diversi. Una camicia spiegazzata e sorrideva, forse persino con benevolenza.
-Bene. Tu sei uno di quelli che hanno massacrato i miei uomini.-, disse. Vaas non rispose.
-Metà dei miei vorrebbe che tu morissi. L’altra metà vorrebbe che tu parlassi. La domanda é: tu cosa vuoi?-, chiese l’uomo.
-Sei tu che li guidi, mi pare. Perché non dovresti fare come cazzo ti pare?!-, chiese Vaas. Era esasperato. E stanco. Se non volevano il suo aiuto, allora avrebbe riso in faccia alla morte.
-Ah, l’hai sentito, Marc? Dovrei fare come mi pare!-, l’uomo pareva aver apprezzato la battuta.
-Il solo motivo per cui non ti ammazzo, brutto idiota é perché si da il caso che tu sia il primo di quei selvaggi che riesco a catturare vivo. Da altri ho ...