1. Emanuele 1.0


    Data: 08/01/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    ... qualche modo mi arrangio” saluto così i miei genitori e salgo in ascensore per risistemarmi in testa il cappello di cuoio che per pudore ed imbarazzo mi sono levato. Salgo in macchina per dirigermi all’indirizzo designato. La casa dove il Padrone mi ha dato appuntamento non dista molto da dove abito: una manciata di minuti e sarò da lui.
    
    Guardo l’orologio: mi sembra di essere in perfetto orario (dopo devo ricordarmi di levarlo).
    
    Non posso non notare come tutti, affiancandomi al semaforo rosso, gettino almeno un'occhiata di traverso, o uno sguardo fisso e indagatore, al mio viso, ai miei contorcimenti (la corda nel culo prude maledettamente; per non parlare delle mie povere palle!!), al mio cappello e ai miei guanti in cuoio. Ognuno credo immagini una storia più o meno diversa. E più o meno perversa.
    
    Con un certo stupore, realizzo che non mi spiace sentirmi osservato. Ed osservare a mia volta il modo strano con cui la gente inizia a fantasticare non appena incontra qualcosa che non si adegua ai canoni di ciò che siamo abituati a vedere quotidianamente.
    
    Quello che i miei osservatori non conosceranno mai è ciò che si agita in me: il tumulto, l’eccitazione crescente e costante che mi pervade, aggravata, ribadisco, dal pizzicore dei miei peli lunghi sulla seta dei collant e da quel pezzo di corda che mi uccide i coglioni, mi taglia in due il culo e mi stringe terribilmente.
    
    Con uno sforzo titanico cerco di allontanare dalla mente quei pensieri e quelle sensazioni, ...
    ... concentrandomi sulla strada. Mi lascio distrarre dal susseguirsi di palazzi e vetrine che non avrei mai creduto potessero distrarre i miei pensieri, calmare il fuoco che c'è nei miei polmoni e che avvampa fino giù alla pancia e ancora più sotto.
    
    Arrivo a destinazione. Parcheggio dove indicatomi. Scendo e, senza rendermene conto, affretto il passo. Non è la paura di essere visto o riconosciuto, non è l’imbarazzo per i giudizi della gente. È semplicemente voglia… Voglia di arrivare dal Padrone.
    
    Sono davanti al portone del palazzo, spingo la porta in ferro battuto e vetri finemente lavorati che comunica, da sola, l'austerità dell'intero palazzo e, non appena dentro, incrocio lo sguardo del portiere seduto dietro al suo tavolo intento a leggere l'odierna copia del quotidiano locale.
    
    Mi sorride bonario dandomi le indicazioni richieste. Dentro di me non posso non chiedermi se sa chi sono e cosa sono lì a fare. Forse mi starà giudicando né più né meno di ciò che ha già fatto e farà il resto del mondo a partire dal momento in cui ho iniziato a guidare sin qui.
    
    Immerso in questi pensieri, salgo le scale e mi pongo davanti alla porta dell'appartamento: do i due squilli convenuti ponendomi in attesa davanti alla porta chiusa a un palmo dal mio naso.
    
    Non passa nessuno, ma anche se fosse, non avrei il permesso di muovere un muscolo; dovrei restare immobile quasi contro la porta, a fissarne le modanature in legno, senza poter osservare l'eventuale inquilino che, transitando ...
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