1. Impulso vizioso


    Data: 15/01/2018, Categorie: Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... dei suoi folti capelli ricci nei quali amavo perdermi mentre facevamo l’amore, le tenere carezze, i dolci baci, i suoi graffi sulla mia schiena nel momento del maggior piacere. Avevo bisogno di lei per sentirmi vivo, per avere la conferma che tutto ciò non era un magnifico sogno frutto solamente della mia mente contorta, ma era la schietta realtà. Questa lontananza forzata mi stava facendo aumentare i brutti pensieri, che s’accatastavano in maniera disordinata e ingarbugliata nella mia mente, impedendomi di pensare lucidamente e procurandomi una mascherata e sottintesa malinconia, che notavo guardandomi allo specchio. Forse era quest’ultimo il motivo che m’aveva portato ad annegare la mia mente nell’alcool, ma ormai al quinto bicchiere chi se lo ricordava più. Sapevo soltanto che la mia solitudine si stava trasformando in una voglia sempre più insopportabile, ossessiva e tormentosa di sesso, perché se prima mi mancavano quelle domeniche pomeriggio passate stesi sul letto nudi e abbracciati, sotto la coperta di flanella nello scambiarci dolci baci e a scherzare, ora mi mancavano i suoi piccoli seni perfetti da leccare, i suoi capezzoli rosei da trastullare, le sue calde labbra esperte nel darmi piacere fino in fondo, accogliendo anche l’ultima goccia del mio orgasmo. Mi mancava il suo culetto tornito e candido che s’intravedeva dai forellini delle mutandine in pizzo nero lavorato, o che si rivelava completamente nella sua bellezza quando indossava i perizomi di seta lucida. ...
    ... Quanto m’eccitava quel sedere, quante volte ho desiderato possederlo, farlo mio, leccarlo.
    
    Avevo il bisogno impellente e irrimandabile di entrare in contatto con la sua pelle liscia e vellutata, strisciarmi addosso a lei, stringerla con le mie braccia potenti e tenerla stretta a me più che potevo, finché il calore dei nostri corpi non si fosse portato alla stessa temperatura a formare un’unica entità di carne e di fluidi. Avevo voglia di baciarla nel modo che sapevo, cercando disperatamente la sua lingua, succhiandola e guidandola in un intenso vortice di passione scambiandoci le nostre salive senza pudore, senza vergogne. Intanto le avrei strappato le mutandine di dosso, quelle mutandine a cui tanto era legata quasi da sfiorare la mania, perché gliele avrei proprio lacerate con le mie mani. Chissà come avrebbe reagito, forse m’avrebbe tirato uno schiaffo o si sarebbe incazzata, magari si sarebbe eccitata. Sono certo, che sarei rimasto impassibile e avrei continuato nella mia disperata ricerca del piacere.
    
    La musica nel locale era sempre più alta, io però ormai sentivo tutti i suoni smorzati che s’accavallavano confusi uno sull’altro. I battiti martellanti della canzone mi rimbombavano in testa e i miei pensieri sembravano che procedessero ritmicamente a tempo di rock. Per un attimo mi stupii del mio cervello, in quanto mi era apparso un flash nella mente. Era stato tanto tempo fa, al mare, in una giornata pigra di luglio in cui la calura delle tre del pomeriggio t’impone ...