1. Weekend con la Mistress


    Data: 02/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    ... chiaramente il rumore di una sculacciata seguita subito da un urletto entusiastico. Valutai se bussare al muro per prendere in giro la coppietta, ma spensi la luce e mi buttai nel mondo dei sogni.
    
    Il mattino dopo si aprì nella maniera consueta per una vacanza: colazione a un orario assurdo, e in spiaggia.
    
    “Dai
    
    , muovi quel culo da urlo!!” mi gridò, metri più avanti, già con una gamba nella sabbia chiara, la Mistress.
    
    “E arrivo!!” risposi, cercando di sistemare l’ampio cappello sulla mia testa.
    
    Elisa, quasi accanto a me, mi guardava incuriosita. “Tendo a diventare un semaforo, se prendo il Sole” spiegai con un sorriso “… Per cui per i primi giorni vivrò sotto l’ombrellone usando una crema che compriamo io, e qualche albino.”
    
    Andrea ci passò a fianco nella sua chioma bionda al vento.
    
    “Oh sì, ci puoi cuocere le uova su quelle tettone!” cercai di darle un calcio nel sedere, ma fallii miseramente lo slancio, finendo con il culo nella sabbia, cappello al vento e un’imprecazione nel cuore.
    
    La Mistress si parò a farmi ombra, con le mani sui fianchi magri e un sorrisetto diabolico
    
    ironizzò, prima di allungare una mano e farmi rialzare.
    
    Ebbi un brivido nel sentire quella frase, perché conoscendola, mi aspettavo di tutto, ed ero quasi stupita che realmente, dopo quasi 24 ore assieme, non avessi ancora assistito a qualche sua performance della categoria
    
    .
    
    “Non vorrei rubare il ruolo a Elisa!” dissi sottovoce con una risatina, sistemandomi il cappello ...
    ... con un gesto deciso e un sorriso.
    
    Lo sguardo freddo di ****** mi fulminò. “Credi che io non sia in grado di gestire un mazzo di sottomessi ai miei piedi?”
    
    “No no, sono sicura che ne saresti capace.” replicai raccogliendo la borsa da terra.
    
    “Solo, tienitelo per te.” lo sguardo che mi lanciò, prima di girarsi e continuare verso il mare, non mi rassicurò proprio per niente, e il mio istinto non falliva in quell’occasione.
    
    La giornata trascorse abbastanza tranquillamente, tra numerosi bagni, gli approcci di qualche altro ospite del villaggio, e gli sguardi allibiti di Elisa nell’apprendere la (malsana) abitudine mia e di Andrea nel non esimerci dal bere alcolici in spiaggia. La differenza culturale era basilare ma sostanziale. La spiaggia &egrave un posto in cui stare tutto il giorno a non fare un cazzo, bere e mangiare e per chi non cuoce, abbronzarsi. Conosco conterranei che non mettono piede nella risacca neanche per lavarsi i piedi dalla polvere.
    
    “In realtà, al mare di solito abbandono l’asciugamano e passo il tempo a nuotare” dissi a Elisa, all’ombra con un succo di frutta mentre bevevo un cocktail. “Ma vista la latitudine, e che non prendo Sole da mesi, mi scotterei davvero facilmente a farmi una nuotata. Dammi due giorni ad abbronzarmi con coscienza, e poi vedi che entro alle dieci ed esco alle due del pomeriggio dall’acqua.”
    
    “Oh sì, lo fa!” confermò sdraiata poco più in là Andrea, il cui culo era oggetto di occhiate di qualsiasi passante. Bevvi un altro ...
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