1. Weekend con la Mistress


    Data: 02/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    Il mio riflesso nella vetrina del bar rimandava, crudelmente ma oggettivamente, l’immagine di una persona assolutamente distrutta.
    
    Con degli occhiali da Sole atti a non far vedere le occhiaie che avrebbero suscitato l’invidia di qualsiasi panda nei paraggi, e una pettinatura così scomposta che poteva anche essere scientemente voluta, si rifletteva la mia immagine, reduce da un periodo di superlavoro e di giorni interi in cui la somma delle mie ore di sonno avrebbe potuto dare dei numeri negativi.
    
    “Gliene porto un altro?” disse cordialmente una del bar, prendendo la tazza del mio cappuccino.
    
    “Mh? Ah, sì, grazie… Se tipo si può fare doppio, e mettere della caffeina anche nel latte… E un’altra pasta, grazie…” risposi praticamente con la faccia nella mia mano. Perché ero lì, e non a dormire, penserete voi?
    
    B&egrave, perché avevo un appuntamento con la mia Mistress.
    
    Oh, so già cosa pensate, ma dovete sapere che il termine “mia Mistress” lo usavo in senso ironico.
    
    La “mia” Mistress non era altro che un’amica la cui esperienza nell’ambiente BDSM &egrave di lunga data, e sebbene mi abbia mostrato e insegnato diverse cosucce interessanti, e mentirei se dicessi che non ne conosco odore e sapore, quel mondo non &egrave mai stato il mio. E se anche lo fosse, non sarei certo la persona nel ruolo che si inginocchia a leccare lo stivale di qualcun’altra, al massimo per tirarle una gamba e farla sbattere per terra.
    
    Nonostante un rapporto amicale con le sue numerose ...
    ... punte di provocazione, battibecchi e riappacificazioni particolarmente carnali, la “mia” Mistress rimaneva pur sempre un’amicizia, di quelle un po’ strane che magari non vedi per mesi, ma con le quali rimane una confidenza che altre relazioni, più frequenti, non avranno mai.
    
    Per quello accolsi interessata l’idea di passare un periodo di vacanza estiva con lei, che precisa e attenta avrebbe sicuramente badato ad un’organizzazione perfetta, e rimanevo in quel bar ad aspettarla nell’unica finestra libera tra tutti i reciproci appuntamenti. D’altronde quando una vive e lavora in Paesi dall’altra parte del mondo, &egrave difficile trovarsi faccia a faccia in orari comodi per tutti.
    
    Così, a metà del secondo cappuccino, e a tre quarti di pasta (con la vaga idea di prenderne un’altra), giunse dalla porta del bar la persona che aspettavo.
    
    Al solito, facendo
    
    la sua porca figura, facendo girare metà dei presenti e distraendo l’altra metà.
    
    Sì, perché la Mistress in questione si portò quasi a metà sala con una falcata di un paio di gambe lunghissime, magre, affusolate, esagerate nella loro altezza da un paio di stivali neri con tacco, jeans scuri, camicetta nera con le maniche arrotolate, una pelle diafana, e praticamente due metri più in alto, calandosi un poco un paio di occhialetti da vista sottili dalla montatura nera, due occhi dal taglio sottile che squadravano i presenti alla ricerca della sottoscritta. Tra gli occhialetti e i capelli legati in una crocchia, sembrava ...
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