1. Weekend con la Mistress


    Data: 02/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    ... trascinate in mezzo alla sala, con Lei che sorrideva quasi raggiante. Ora, io non so se tutto quello che avveniva in quel locale fosse sensato secondo le regole del mondo BDSM, sempre che ci fosse un sistema di regole condiviso.
    
    Non avevo neanche mai saputo discernere bene quanta logica avesse la coesistente voglia della mia Mistress di essere una Lei che dettava le regole, di essere ‘al di sopra’ di molte convenzioni, e come questo però si accompagnasse ad una rigidità e ad un’ossessione per ben altre logiche.
    
    Ed ero lì, in mezzo a questa sala, circondata da persone che nel loro crearsi un angolo di indipendenza dal tessuto sociale, dalle regole, dalle convenzioni, di fatto ne avevano ricreato un altro.
    
    Meno rigido e perbenista in alcuni aspetti, molto di più in un altro.
    
    “So cosa pensi…” mi sussurrò all’orecchio facendomi rabbrividire. “… Cosa ci fai qui in mezzo a della gente che ‘lì fuori’ contesta alcune regole, e ‘qui dentro’ se ne inventa pure alcune.”
    
    Sorrisi.
    
    Lei scoppiò a ridere di gusto, dietro di me, abbrancandomi per un fianco con una mano e con lo chambuk alla gola. Digrignai i denti e trattenni il fiato, e penso lo fecero parecchi spettatori. Deglutire non era proprio facilissimo.
    
    La punta di una lingua lunga e calda mi solleticò il lobo, per poi avvicinare del tutto il viso.
    
    “Hai voluto giocare alla Mistress con la piccola Yu, ma sai che posso farti finire a quattro zampe come un cagnolino” sibilò al mio orecchio, ma per avvicinarsi ...
    ... senza colpirsi da sola con il cuoio, allentò la presa quel che bastava, mi piegai verso il basso, quasi a ponte, trovandomi agilmente a raddrizzarmi poco più in là.
    
    “Preferisco muovermi come un serpente, Miss.” ghignai. Lei rise, e fece cenno a una ragazza a lato dell’area della sala di lanciarle qualcosa. Arrivò quel che mi pareva un frustino, e agilmente lo lanciò a me.
    
    “In ossequio alle tradizioni culturali della signorina
    
    …” disse, con un mezzo inchino ironico. Alzai la mano che reggeva il frustino davanti a me, senza abbassare lo sguardo, non fidandomi ormai per niente.
    
    “Una
    
    ?” esclamai quasi non credendo ai miei occhi. Lei sorrise. Dei rami di salice intrecciati con precisione, legati in fondo e in cima, per circa un metro.
    
    Di solito usati dai ragazzi, per colpire giocosamente sotto il periodo pasquale le ragazze come segno di fertilità, le quali poi donano ai frustatori le uova che portano in un cestino. Giochi di sguardi e il dono delle uova più belle sottolineano ovviamente la reciproca attrazione tra qualche coppia in particolare. E non credo di dover spiegare la simbologia della frusta-fallo e del colpire-donare le uova.
    
    Tuttavia, essere lì, essere ‘armata’, e il fatto che Yu si fosse posta al mio fianco come una piccola anima ubbidiente, mi gasarono non poco.
    
    “In ginocchio, Yu.” sussurrai, obbedì immediatamente.
    
    La guardai, mentre La Mistress si portava al mio fianco, camminandoci attorno.
    
    “Guardala. Quello che desidera &egrave il suo ...
«12...232425...»