1. Cognata maiala


    Data: 15/01/2018, Categorie: Etero Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    ... mare.
    
    Ero intento nelle mie faccende quando mi sentii chiamare dalla finestra:
    
    “Bruno, scusa, puoi venire un momento?… Mi si è scoppiata una lampada, ho paura a metterci mano con la corrente elettrica’.”.
    
    Era mia cognata che chiedeva aiuto. Abbandonato il mio lavoro in un attimo sono entrato in casa di Carla e non ho potuto fare a meno di notare che i suoi abiti erano ancora più succinti del solito e mettevano in bella mostra una mercanzia di valore. I pantaloncini corti fasciavano due cosce e due chiappe ben tornite che mia cognata esibiva con grande fierezza. La maglietta, oltre ad essere corta ed a scoprirle tutta la pancia, era anche trasparente, nel senso che lasciava vedere benissimo le aureole delle tette ed i capezzoli tanto appuntiti che sembravano dover bucare da un momento all’altro la stoffa.
    
    E’ inutile dire che, a quella vista, il mio cazzo ha iniziato a gonfiarsi agitandosi e gonfiandosi dentro gli slip. Istintivamente ho cercato con la mano di addomesticarlo e sistemarlo meglio. Carla ha colto al volo il mio movimento e mi ha fatto un sorrisetto molto allusivo e malizioso, confermandomi l’idea di una porcona tutta da scoprire; poi, è salita sculettando sulla scaletta per indicarmi la lampadina bruciata e, nel ridiscendere, ha strofinato a bella posta il suo culo sul rigonfiamento dei miei slip, provocandomi un brivido repentino ed un ulteriore irrigidimento dell’uccello.
    
    Sono salito io sulla scaletta, indugiando un po’ nello svitare e nel ...
    ... cambiare la lampadina, con il cazzo inalberato proprio all’altezza della sua faccia. Sentivo che Carla mi guardava in mezzo alle gambe con evidente bramosia, ma proprio per quello esibivo con ancora maggiore disinvoltura quel bozzo che sembrava dover scoppiare da un momento all’altro. E, sinceramente, non so sino a quando avrei potuto resistere in quella posizione se, d’un tratto, con una naturalezza sconvolgente, mia cognata non vi avesse appoggiato la bocca, poi avesse tirato fuori il cazzo ingrifato ed avesse cominciato a far scorrere la lingua lungo tutta la sua lunghezza soffermandosi sulla cappella, e, aiutandosi con le mani, non si fosse lanciata in un fantastico pompino.
    
    Carla succhiava e contemporaneamente andava su e giù con la testa aumentando sempre di più il ritmo fino che, urlando, le ho scaricato in bocca un fiume di sborra che ha lei bevuto avidamente leccandosi le labbra.
    
    Sono ridisceso dalla scaletta, ho abbracciato e baciato Carla e le ho tolto tutto di dosso. Finalmente potevo ammirare quelle sue meravigliose tette, toccarle, strizzarle, leccarle i capezzoli. Carla iniziava ad ansimare dal piacere, poi piano piano sono sceso fino ad arrivare alla sua micia completamente depilata che grondava di umori. Ho iniziato a leccarla soffermandomi a lungo sul clitoride che era diventato come un cazzo in miniatura.
    
    Mia cognata è andata su di giri e ha iniziato a urlare:
    
    “Dai, prendimi. Prendimi tutta. Infilami il tuo cazzone dentro. Lo voglio tutto”.
    
    Si è ...