1. Il palcoscenico della trasgressione


    Data: 29/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Quel_bravo_ragazzo, Fonte: Annunci69

    ... Lucrezia giocava placidamente con il suo gingillo sulla pubblica via con il rischio concreto di essere scoperti, liberando e coprendo delicatamente il prepuzio.
    
    "Ecco, assaggia una fragola tesoro.” Lucrezia imboccava così il ragazzo. “Non so male” – disse lui – “non credevo avessero una valenza afrodisiaca.”
    
    "Infatti non ce l’hanno, o almeno non dimostrata. Ora però ti faccio provare subito una mia variante.” – una fragola sparì furtivamente dalla coppetta a sotto il piano del tavolo. La signora ebbe un leggero sussulto e si morse le labbra.
    
    "Assaggia e dimmi se non la trovi molto più gustosa così.” – Un velo lucido come la rugiada e odoroso come un tartufo rivestiva adesso il frutto. Lucrezia aveva aggiunto un ingrediente segreto, molto particolare, per rendere unica la fragola: il succo stesso della sua eccitazione.
    
    Il ragazzo ispezionò quella delizia con incredula curiosità, ne annusò l’intera superficie, poi si decise a masticarla lentamente, assaporandone ogni morso come se fosse il cibo più prelibato in trent’anni di esistenza. E forse era davvero così.
    
    "Ma ora andiamo tesoro, non resisto più. Ho voglia di qualcosa di più consistente di una fragolina dentro di me.”
    
    Era ormai sera, i coni d’ombra dei palazzi storici di Via Moscova si allungavano sul marciapiede e il suono degli stivali che battevano sul pavé risuonava nell’aria con la cadenza ritmata di un tamburo. Girarono a destra, poi ancora a sinistra, tra cortili privati e dimore storiche. ...
    ... Infine arrivarono ad un portone in legno scuro, forse noce, che poteva tranquillamente avere visto anche Alessandro Manzoni quando, impacciato e di malavoglia, si trascinava fuori dal suo rifugio in Via Morone. Era l’alcova della Signora, il suo pied-à-terre.
    
    Nella tranquillità del vicoletto non un’anima in giro, soltanto lo strano tizio brizzolato con “Il sole 24 ore” sotto braccio che passeggiava da solo e sembrava fissare distrattamente quella coppietta mal assortita.
    
    Era poco più di uno stanzino. Tende arabeggianti coprivano le ampie vetrate da cui tuttavia filtrava ancora qualche raggio di luce. Al centro della stanza un grande letto in legno massiccio e tutto intorno un miscuglio all’apparenza casuale di quadretti e fotografie color seppia raffiguranti nudi di ogni genere, contrapposti tra loro: putti e modelle giapponesi in kimono, raffigurazioni sacre e mitologiche, primi piani ginecologici con tanto di didascalie scientifiche a margine.
    
    "Allora, che fai? Non preferisci vederne una dal vivo piuttosto che farti le seghe con quelle porcherie da artisti?” – La voce di Lucrezia ridestò il ragazzo dai suoi pensieri, la sua bocca così calda e la linguetta birichina che si contorceva dentro di lui lo riportarono definitivamente alla realtà. Un frammento di esistenza che non gli sarebbe mai più capitato, nemmeno fosse campato duecento anni.
    
    La sua mano ora toccava il seno di lei, mammelle generose di chi aveva allevato con il suo latte due pargoli. Prese a suggerle i ...