1. BIKERS’ FENDOM.


    Data: 25/12/2020, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Lesbo Autore: strapps, Fonte: RaccontiMilu

    ... dietro il mio culo era sotto assedio di queste pazze indemoniate che ficcavano dita e dita e dita dentro di me.
    
    Poi lasciarono le dita e sentii qualcosa di grosso spingermi al culo. Qualcosa di molto grosso, ma non potevo urlare perché una culona mi si era messa davanti e urlava che le leccassi il deretano puzzolente. Quelle dietro spingevano e gridavano ed io avevo la faccia nel culone della tipa con delle mani che mi tenevano la testa e mi spingevano a fare il mio lavoro. Ma dietro sentivo un grosso affare fare strada nel mio culo e poi l’affondo!
    
    Urlai e presi schiaffi e la culona mi sbatt&egrave il suo culo in faccia mentre dietro ero impalato da un coso enorme e sentivo quelle pazze urlare ed esultare.
    
    Fu l’inizio della violenza che subii e subimmo noi servi di quelle bikers indiavolate tutta la mattina. Mi sbatterono quel cazzone finto nel culo con forza e rabbia, io urlavo e piangevo ma ben presto mi ritrovavo preso fra ceffoni e culi da leccare in faccia. Le donne dietro facevano i loro comodi, mi scopavano e si divertivano urlando e eccitandosi a vicenda. Ben presto smisi di piangere e feci meno caso al dolore perché gli schiaffi volavano forte, i capelli mi erano tirati e i cazzi finti si susseguivano nel culo. Era troppo. Leccavo e baciavo quei culi e quelle fighe. Dietro ero penetrato a aripetizione da cazzoni. Urla. Sentivo mentre ero legato e prigioniero gli altri schiavi che subivano la stessa sorte. Le valchirie andavano e venivano. Colpivano, ...
    ... inculavano, frustavano, picchiavano noi che eravamo incatenati sotto il sole. Non so quando durò quel massacro. Io leccavo, baciavo e lo prendevo in culo dietro. Le valchirie erano feroci e arrapate, andavano e venivano, presi culi neri e sporchi, bianchi e già leccati e baciati. Dietro ero inculato da donne che non vedevo. Loro gridavano e si divertivano come pazze. Volavano cieffoni e fruste. Grida di dolore e di preghiera. Frustate e sculacciate. Il mio culo era in fiamme, devastato da cazzi finti e bottiglie di vetro. Quelle brindavano e mi sputavano mi inculavano con un collo di bottiglia, io non potevo far nulla da come era legato braccia, testa e piedi. Baciavo e leccavo culi che sapevano di merda e di donna. Di profumo e di femmina, valchirie che mi inculavano con bottiglie di champagne.
    
    Quella furia durò un tempo eterno. Poi piano piano le donne se ne andarono. Ci lasciarono lì legati sotto il sole.
    
    Avevo il culo a pezzi, la schiena in fiamme e la faccia arrossata impiastrata di lacrime, sudore e umori di donne.
    
    Dopo qualche tempoi il caldo e la posizione si fecero insostenibili. Iniziammo ad invocare le donne di liberarci.
    
    Quelle erano lontane dal campo. Eravamo soli e sotto quel caldo implacabile. Pinagemmo e pregammo le bikers di liberarci. Ma loro si divertivano lontane. Danze, musiche, urla, fruste lontane dal campo dove noi dieci eravamo in catene.
    
    Pensai di svenire dal dolore per la posizione e il caldo. Ero disidratato e infatti, dopo un’ora ...