1. L’amica stronza


    Data: 21/12/2020, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: nomeutenteimportante, Fonte: RaccontiMilu

    ... gentile. Credo che una bella birretta fresca ci stia proprio.”.
    
    “Ok, gliela prendo. Viene a berla con noi in piscina?” azzardai.
    
    “Perché no.” rispose. “Una birra in piscina con due belle ragazze non si può certo rifiutare! Mi metto il costume e arrivo”.
    
    Tornai in piscina con le cose da bere e mi buttai in acqua.
    
    “Ora arriva anche tuo padre” dissi a Jenny, che pareva un po’ scocciata dall’invasione.
    
    “E’ davvero un figo.” dissi “Lo sai? Mi piacerebbe provarci con lui.”
    
    “Se.. Non credo proprio che mio padre potrebbe essere interessato ad una ragazzina come te, senza contare mia madre.” rispose secca.
    
    “Lui &egrave un uomo. Qualsiasi uomo &egrave interessato alle ragazzine.” ribattei.
    
    “Ma va là..” disse.
    
    “Scommettiamo?” la provocai.
    
    “Ma che dici?! E’ di mio padre che stai parlando!” gracchiò.
    
    “E’ tuo padre, ma &egrave pur sempre un uomo. E che uomo…” risposi. “Scommettiamo che riesco a farlo eccitare qui in piscina?”. Rilanciai.
    
    “Non ce la farai mai. Specie se ci sono io qui.” rispose sicura.
    
    “Dai, scommettiamo se ne sei così certa.”
    
    “ok.” disse. “Cosa ci giochiamo?”
    
    Ci pensai un attimo e poi dissi:
    
    “Se riesco a farlo eccitare, me lo porto a letto e tu non dirai mai niente a tua madre.” dissi.
    
    “Cosa?! Ma sei scema? Non succederà mai!”
    
    “Se sei tranquilla, scommetti.” la incalzai.
    
    Suo padre uscì di casa e si avvicinava sul prato.
    
    “Allora?” chiesi ancora.
    
    “Ok.” rispose. “Voglio proprio vedere che figura di merda ...
    ... riuscirai a fare!”
    
    Il signor Motta arrivò e si tuffò subito in acqua. Fece qualche bracciata e poi si sedette nella parte di piscina con l’acqua più bassa, dove io ero già da prima. Mentre si sedeva, lo osservai e il suo sguardo continuava ad indugiare sul mio corpo e soprattutto sulle mie tettine che erano proprio sopra il pelo dell’acqua.
    
    “Non ha preso la birra, Signor Motta” dissi.
    
    “Chiamami Stefano per piacere. Il signor Motta era mio padre.” disse mentre si alzava controvoglia.
    
    “Lasci, gliela prendo io, lei ha lavorato tutto il pomeriggio, si merita di riposare.”
    
    “Grazie Giada, tu si che sai come viziare un uomo.”
    
    Mentre uscivo dalla piscina sentivo il suo sguardo sul mio culetto e rallentai volutamente l’andatura per permettergli di vedere tutto con calma. Guardai Jenny che ci osservava dallo sdraio e gli strizzai l’occhio. Lei alzò gli occhi al cielo e tornò al suo libro.
    
    Presi la birra che avevo preparato prima, la stappai con l’accendino e tornai verso la piscina.
    
    Il signor Motta non mi staccava gli occhi di dosso: era una scommessa vinta in partenza.
    
    Gli porsi la birra e mi sedetti vicino a lui. Più vicino del dovuto in realtà.
    
    Iniziammo a parlare del più e del meno e nel giro di mezz’ora il caro Stefano aveva già bevuto almeno tre birre.
    
    La sua parlata era più sciolta e la mia vicinanza non lo faceva più stare in tensione.
    
    Jenny si accorse che fra noi si stava creando una certa sintonia e così entrò in acqua.
    
    Iniziò un momento di risa ...
«1234...7»