1. L’amica stronza


    Data: 21/12/2020, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: nomeutenteimportante, Fonte: RaccontiMilu

    ... aver fatto una scommessa del genere Jenny! Se lo sapesse tua madre…” la rimproverò.
    
    “Io non pensavo certo che tu potessi eccitarti per Giada come un qualsiasi ragazzino!” ribatt&egrave lei.
    
    “Ma Jenny, io sono un uomo. Un uomo non può controllare certe cose.”
    
    Mentre lui tentava di giustificarsi, io scesi con la mano sotto il suo costume e impugnai direttamente il suo cazzo che ormai era in completa erezione.
    
    Era di marmo. Era molto piùà grosso di tutti quelli che avevo visto e toccato finora.
    
    Mentre lui continuava a balbettare parole ormai senza senso, io cominciavo a masturbarlo per bene.
    
    “Quindi ammetti la sconfitta? Posso risquotere il mio premio?” chiesi a Jenny.
    
    “Ma che dici? Non lo farai mai davvero. E poi io non ammetto nulla. Stai dicendo di aver vinto, ma io come faccio a saperlo.” disse.
    
    “Jenny… io…” disse Stefano con un filo di voce, quasi implorante.
    
    “Ok. Ti faccio vedere le prove allora.”
    
    Iniziai ad andare verso la parte bassa della piscina, sempre stringendo in pugno il suo cazzo, tirandomi dietro Stefano ed il suo imbarazzo. Mano a mano che io fondo si alzava, noi emergevamo e la sua prepotente erezione ormai era chiara anche per Jenny.
    
    Uscimmo dalla piscina e appena fuori tirai giù i boxer del Signor Motta che era come imbambolato e sembrava completamente in balia degli eventi. Rimase lì, nudo ed eccitato davanti a sua figlia che lo sguardava a bocca aperta e a me che ammiravo la scena compiaciuta.
    
    “Papà…” le parole non ...
    ... riuscivano ad uscire.
    
    Lui la guardava con un misto di imbarazzo e rassegnazione.
    
    “Ok?” dissi. “Sei contenta?”
    
    “N.. no.. Tu non puoi… Non devi…” farfugliò.
    
    “Eh no. Non puoi tirarti indietro. Tu hai scommesso ed io ho vinto.” Dissi.
    
    Loro due erano come inebetiti e continuavano a guardarsi. Jenny non riusciva a staccare gli occhi dal pene eretto di suo padre e lui, come paralizzato, non riusciva a coprirsi o dire nulla.
    
    Decisi di agire. Mi inginocchiai e lo presi in bocca. Sapeva di cloro e di uomo. Era caldo, grande, virile.
    
    La sua cappella viola mi riempiva tutta la bocca e faticavo ad infilarne dentro di più. E pensare che con il cazzetto di Piero riuscivo ad arrivare fin quasi alla base. Questo era enorme al confronto.
    
    Il pulsare di quel grosso cazzo nella mia bocca mi stava facendo bagnare a dismisura. Ero eccitata come una pazza. Mentre con la mano dentra lo tenevo in posizione e con la lingua percorrevo tutta la lunghezza dell’asta, con la mano sinistra iniziavo a masturbarmi da sotto il costume.
    
    “Papà…” sentii Jenny dietro di me.
    
    “Voi due siete matte. Ma che cazzo vi prende.” disse Stefano, ridestandosi dal suo stato di shock.
    
    “Papà digli di smettere!” Lo implorò Jenny.
    
    Lui non rispose, ma mi appoggiò una mano sulla testa dandomi il ritmo per le mie affondate. Gli stringevo le labbra attorno alla cappella e succhiavo, intanto con la lingua disegnavo figure immaginarie sulla sua cappella.
    
    Ad un certo punto mi allontanò e mi fece alzare in ...
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