1. L’impeto che t’investe


    Data: 19/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... fra le cosce:
    
    ‘Adesso conta e tieni a mente’.
    
    ‘Uno’ – dicendo il primo numero s’irrigidì nell’attesa del colpo, corrugò i muscoli dei glutei mentre il sibilo nell’aria ne annunciò l’arrivo.
    
    Non fu forte quanto pensasse, però sussultò lo stesso trattenendo l’impulso di gridare, poiché sapeva che non doveva, mentre lui la osservava giudicandola, perché voleva essere degna di dimostrare che la sua fiducia era ben riposta in lei.
    
    ‘Due’. Le arrivò sull’altro gluteo, ne sentì il bruciore, ma adesso aveva capito, poiché era un errore irrigidirsi, per il fatto che doveva rimanere rilassata affinché la carne lo attutisse, lo accettasse elasticamente sino ad ammortizzarlo.
    
    ‘Tre’. Di piatto, ma più forte intuì la punta imprimerle il segno, avvertiva il dolore ma come se fosse stato un piacere, dato che era una strana sensazione quel miscelarsi dove il primo cedeva passo all’altro, sino a divenire soltanto unico.
    
    ‘Quattro’. Sussultando quasi le scappò un gemito, si morse la lingua per imprigionarlo fra le labbra, dopo lo trasformò in un sospiro sporgendo il bacino all’indietro.
    
    ‘Cinque’. Questo era più forte degli altri, non sentiva più il freddo della stanza, ma soltanto un bruciore intenso che le donava un insolito godimento, giacché si spandeva attraverso il corpo irradiandosi in esso seppur localizzato, in conclusione sentì la sua mano afferrarla per i capelli tirandola all’indietro.
    
    ‘Inginocchiati’ – sbottò lui.
    
    Aida lo fece, con gli occhi bassi guardava ...
    ... il pavimento e i suoi piedi nudi, intanto che cercava di non pensare, per il fatto che ambiva concentrandosi su di essi esaminandosi le dita, mentre con le mani congiunte e con la testa bassa aspettava. Cesare affondò la mano nei suoi capelli impugnandoli per la nuca, tirò, le fece volgere la testa verso l’alto e la guardò negli occhi, con quel suo sorriso che appariva unicamente in quelle occasioni:
    
    ‘Brava, davvero molto brava, sei un vero incanto’.
    
    Aida sentì l’orgoglio crescere in sé e la tensione di quegl’istanti, la paura di non essere all’altezza le fece sgorgare le prime lacrime, che scesero dapprima lentamente come una falla in una diga e poi sempre di più inarrestabili e irruenti:
    
    ‘Tu piangi, perché piangi?’ – chiese lui.
    
    ‘Piango di felicità mio padrone’.
    
    Così facendo si buttò ai suoi piedi abbracciandoli, adesso la mano di Cesare le accarezzava i capelli, poi le prese il mento sollevandole il viso e con il dorso asciugò quelle lacrime mentre la guardava attentamente. Con un gesto quasi delicato la fece rialzare, l’abbracciò e la condusse vicino a una sedia che pose di fronte al letto sistemandola con le cosce ben aperte e le caviglie allineate ai piedi della stessa, le legò i polpacci in modo che non potesse muoversi, poi portandole dietro le mani ne legò i polsi. Cesare la ammirò come per voler contemplare una sua opera, soddisfatto agguantò la benda e assicurandosi che fosse ben piegata in modo da impedirle completamente la vista gliela collocò sugli ...
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