1. Mamma e zia, due troie


    Data: 19/11/2020, Categorie: Incesti Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    ... sopraggiunta mia madre ed anche lei non ha potuto fare a meno di dilatare le sue pupille e di esclamare più che perplessa:
    
    ‘Ma Clara, dove pensi di andare vestita così?’
    
    ‘Perché, sto male?’, ha chiesto la zia fingendo un’aria innocente.
    
    ‘Ma no, zia, stai benissimo!’, sono intervenuto io in soccorso.
    
    Mia madre non ha trattenuto una smorfia eloquente di dissenso:
    
    ‘Mah ‘. Non mi pare un abbigliamento adatto alla tua età, Clara!’
    
    ‘Uh, che pizza che sei, Lisa! ‘.. l’età, l’età!…. io mi sento giovane, sono giovane ‘. E difatti vado a teatro con un cavaliere giovanissimo”
    
    Ciò detto, ha fatto una piroetta, mi ha preso sottobraccio e, sculettando vistosamente al mio braccio, ha salutato la sorella.
    
    Saliti in macchina, la cintura di sicurezza della zia si era incastrata; mi sono sporto verso di lei per aiutarla, involontariamente, e inevitabilmente, le ho sfiorato il viso e la bocca.
    
    E’ stato un momento, un lampo, sembrava che lei non aspettasse altro. Le sue labbra si sono dischiuse quasi istintivamente calamitando le mie, le lingue si sono subito incontrate ed intrecciate. Mi ha passato una mano dietro la nuca e si è lanciata in uno sdilinguamento vorticoso, vertiginoso, togliendomi quasi il respiro.
    
    ‘Piero ‘ Piero!’, sussurrava tra un bacio e l’altro.
    
    Le mie mani hanno cominciato a vagare sul suo corpo statuario impossessandosi delle sue tettone gonfie liberandole dal vestito.
    
    Poi ho cominciato a baciarle il mento, e poi sempre più giù, sul ...
    ... collo, le spalle, e poi sul petto, sino a lambirle con la lingua un capezzolo.
    
    ‘Sììììì” tesoruccio mio!’, ha rantolato abbandonandosi al bacio.
    
    Mi sono letteralmente scatenato a succhiarle con avidità i seni, mordendole i due capezzoli che sembravano due ciliegie mature.
    
    La mia mano intanto si era intrufolata sotto il vestito ed aveva trovato l’orlo delle calze autoreggenti, e poi il contatto diretto con la sua figa già umida, che aveva già inzuppato il sottile tanga.
    
    Eravamo ancora nel parcheggio sotto casa, per fortuna in un angolo molto appartato. Ma, vista la piega che avevano preso le cose, al teatro non ci pensava più nessuno. La zia ha esplicitato il pensiero di entrambi:
    
    ‘Invece di andare ad annoiarci lì, non credi sia meglio rintanarci da qualche parte?’
    
    Naturalmente, gli ho detto subito che non aspettavo di meglio, ma non sapevo dove andare.
    
    ‘Non ti preoccupare’, mi ha risposto subito lei con un sorriso felino, ‘andiamo fuori città, ci fermiamo al primo motel’.
    
    Penso di non aver mai guidato così velocemente come quella sera. Dopo nemmeno dieci minuti eravamo già al motel. Io avevo un po’ vergogna, non mi era mai capitato di andarci. La zia, invece, con una disinvoltura da grande attrice (o da grande puttana), ha sistemato tutto in un battibaleno, e ci siamo avviati quasi correndo ad una stanza posta la primo piano.
    
    Non appena si è richiusa alle nostre spalle, ci siamo abbracciati quasi aggredendoci e abbiamo cominciato a baciarci con ...
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