1. Secrezioni: "Candidamente tua"


    Data: 30/10/2020, Categorie: Etero Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    ... decisamente imbarazzante, ne inibì la reazione, così invece di protestare e fare di tutto per liberarsi, tentò una giustificazione. “Avevo fretta di venire a parlarti, in testa mille pensieri, così dopo la doccia mi sono vestita dimenticandomi le mutande”. Il tono le uscì roco e voluttuoso per gli effetti provocati dal ditalino, le braccia persero la spinta sul mio petto e le ricaddero languide lungo i fianchi. “Lasciami andare adesso”, sospirò, “e facciamo finta che non sia successo niente”.
    
    “Niente?!”, esplosi teatralmente afferrandole la mano dalle unghie fresche di manicure e smaltate di rosso, in civettuolo pendant con le rose della gonna, e guidandola sopra l’erezione che premeva violenta contro i calzoni, “Questo lo chiami niente? Guarda che effetto mi fai, Linda, e anche tu mi pare che hai voglia, no?”
    
    “Non è questo”, sospirò ancora dandosi da fare freneticamente con la zip, “È che non è giusto, sei il compagno di mia figlia... potresti essere mio figlio...” – il cazzo schizzò fuori dalla patta ruggendo e vibrando nell’aria immobile – “e io sono una donna seria e fedele...” – ma la mano ora stringeva e segava la mazza e il collo si abbandonava all’indietro e si offriva alla lingua e alle labbra del maschio infoiato, come un capretto che, dopo tanto scalciare, si arrende alla scure del boia.
    
    “Da quanto non scopi, eh? Da quanto Massimo non inzuppa il suo biscottino in questa ebe degli dei?”, la ghermii provocatoriamente, aggiungendo un altro dito e ...
    ... accelerando il pompaggio nel sua fica sempre più dilatata.
    
    “Aaaaah... al diavolo, stronzo, entrami dentro... entra dentro che non ce la faccio più... fammi vedere se non è solo con le parole che ti sai dar da fare”.
    
    Ci demmo dentro come adolescenti, copulando animalescamente prima sul tavolo – sul quale ululammo come licantropi e che Linda, rischiando di compromettere seriamente il vernis à ongle, quasi scorticò con le unghie al momento dell’esplosione orgasmica che le devastò i visceri, sferzò muscoli e tendini, le inarcò la schiena innaturalmente, come per effetto di una scarica elettrica, prima di farla ricadere di schianto con un tonfo secco sull’impiallacciatura di rovere, per ricevere subito dopo sul ventre, sulla faccia, ahimè!, sulla camicetta D&G, il copioso versamento dei miei testicoli - poi una seconda volta, il tempo di caricarmela su una spalla come un cavernicolo del Pleistocene con la sua preda, in camera da letto - dove assaggiai il suo sesso, dalle labbra ancora indolenzite per la foga selvaggia della penetrazione che ne aveva testate poco prima l’elasticità ancora integra, abbeverandomi a quel favo stillante miele come un assetato a una sorgente, mentre la sua bocca riattivava la circolazione nel cazzo rendendolo di nuovo robusto come un ramo e abile per un’altra galoppata che eseguì da esperta cavallerizza, serrandomi le reni fra le cosce possenti e saltellando col culo sull’asta come una bimba sul tappeto elastico -, infine nel cesso, allorché, impegnata a ...
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